DLC: LA GIUSTA SPESA? - SPECIALE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 01.09.13

Sotto suggerimento di un nostro fan - grazie David!- oggi metterò sotto accusa la funzione e l’utilità dei DLC nei videogames. Come sempre, è mio obbligo fare un cenno chiarificatore per i profani della materia. I DLC, ovvero Downloadable Content, sono un valore aggiunto, un’espansione che viene rilasciata periodicamente dagli sviluppatori di un gioco per allungarne le ore di longevità. Ovviamente, niente a che vedere con le famose “patch”, impiegate quasi sempre per fissare alcuni bug di programmazione. Chi possiede una console di nuova generazione, avrà certamente notato la mole e la frequenza con cui questi add-on vengono emessi..specialmente quelli a pagamento. Dal punto di vista dell’intrattenimento puro sembrerebbero una manna dal cielo per quanto qualcosa non torni…Perché far pagare 2/3 ore di divertimento, in separata sede, quando queste potevano essere integrate direttamente al gioco base? Anche da un punto di vista “pratico” i DLC possono rivelarsi un po’ scomodi: acquistare crediti online con la carta di credito o andare in un negozio per acquistarli, ammesso che siano disponibili le card prepagate, non è sempre agevole. Certo, non a tutti pesa questa situazione ma chi non ha la possibilità di collegare la console ad internet cosa se ne fa dei punti, se qualsiasi download gli è inaccessibile? Rockstar Games, giusto per citare la mia preferita, di recente ha rilasciato sul mercato un cd con all’interno tutte le espansioni di GTA IV: una mossa geniale e che viene incontro a tutti quelli che hanno problemi di connessione. I gamers sono salvi! A pensarci bene sono pochissime le software house che scelgono questa strategia di mercato, la Bethesda con Oblivion ha fatto la stessa identica cosa…perché gli altri vi rinunciano? Prendiamo in esame il recente Forza Motorsport 3: Un racing game che viene aggiornato quasi mensilmente con contenuti di vario genere. Perché non rilasciare anche in questo caso un cd con i contenuti per chi non ha voglia o possibilità di scaricarli? Si, attuare una cosa del genere richiederebbe tempo e soldi da parte degli sviluppatori ma signori cari, noi il gioco non lo abbiamo mica rubato anzi…di questi tempi lo abbiamo proprio pagato troppo, e nella migliore dei casi non proprio una modica cifra! Veniamoci incontro, no!? E per dirne un’altra: E’ possibile che alcuni giochi siano appositamente “tagliati” per far sì che la gente acquisti i relativi DLC? Analiziamo l’ultimo Need for Speed Shift, un gioco di corse che tra i suoi difetti iniziali aveva un multiplayer, lasciatemelo dire, penoso. Dopo averlo venduto per noia scopro con rammarico, dopo un paio di settimane, del rilascio di un DLC gratuito che permetteva di sfidare altri giocatori in normalissime e banalissime gare online…caratteristica che non era implementata nel gioco acquistato e “finito”. Un racing game senza gare multigiocatore? Siete ancora convinti che sia una cosa normale? Personalmente penso che i giochi non devono essere mezzo di speculazioni, imbrogli, raggiri e quant’altro. I contenuti noi li paghiamo ben volentieri ma devono darci un rendiconto in termini di longevità, divertimento e praticità. Quando si tratta di dover acquistare mappe, missioni aggiuntive, insomma “contenuti ad alto profilo” il problema non si presenta, ma quando inseriamo un cd nel lettore ed abbiamo il sentore che manchi qualcosa, e proprio quel qualcosa viene rilasciata for pay una settimana dopo…Allora no! Personalmente, in questi casi, mi sento tradito dal mio stesso hobby. E voi che ne pensate? Siete d’accordo con questa politica “scorretta” di monetizzazione di contenuti aggiuntivi che avremmo dovuto acquistare già all’acquisto del gioco? Concordate con chi sostiene che si tratta dell’ennesimo bidone che viene rifilato a chi investe, con passione e interesse, il proprio contributo (anche economico!) nel mondo ludico? O ritenete che è il giusto prezzo da pagare per accedere ad un mondo, quale quello dei videogiochi, che è sì fatto di passione, di divertimento, di impegno, ma che, non dimentichiamolo, non è immune dai meccanismi del business system. A voi l’ardua sentenza!

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