GRID - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 21.10.19

Undici anni dopo il lancio del primo GRID di Codemasters oggi abbiamo la possibilità di parlarvi di quello che vuole essere un suo reboot. Aiutati dall’esperienza sul campo del pilota Fernando Alonso, gli sviluppatori hanno rispolverato alcune meccaniche vincenti del titolo mantenendone l’anima arcade.
GRID ci catapulta immediatamente nel cuore delle sue numerose discipline senza spiegarci nulla, bisogna portare a termine la gara in pochissimi giri di pista.
Scopriamo così che la modalità carriera conta numerose gare Gran Turismo, Nascar, Tuner, Muscle, Monoposto e Classiche, ognuna di queste con un proprio modesto parco auto da sbloccare con i crediti guadagnati al traguardo. Oltre alla classica corsa su circuito vi sono anche i Time Attack e le gare da punto a punto, simili a quelle viste su Forza Horizon.

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Lo stile di guida del giocatore viene premiato anche tramite l’assegnazione di punti esperienza che sbloccano livree, stemmi e piloti da arruolare nella scuderia.
Qui vogliamo soffermarci sulla mancata aggiunta delle meccaniche gestionali della propria squadra, ovvero la possibilità di stringere accordi con gli sponsor e raggiungerne gli obiettivi di contratto per guadagnare crediti aggiuntivi. Un’assenza che dal nostro punto di vista rende anche l’assunzione dei piloti quasi del tutto inutile se non fosse per i crediti che questi riescono a racimolare a fine gara. Questi NPC, dei quali non viene detto o spiegato nulla, possono essere spronati a fare del loro meglio durante la gara così da portare a casa il risultato migliore; se ne può tranquillamente fare a meno.
Persino le livree e l’assetto dell’auto hanno subito delle limitazioni in quanto a personalizzazione, possiamo solo cambiare i colori e settare pochissimi parametri meccanici; indubbiamente avremmo voluto vedere qualcosa di più.
Come accennato ad inizio articolo, la fisica di GRID è marcatamente arcade. I veicoli, a prescindere dalla categoria scelta, tendono spesso a perdere aderenza nel posteriore rendendo un po’ complicata la percorrenza, nonché l’entrata e l’uscita dalla curva. E’ possibile disattivare tutti gli aiuti alla guida e dare un pizzico di difficoltà in più alle gare abilitando i danni realistici, così facendo sarà necessario prestare attenzione alle collisioni onde evitare guasti irrimediabili al motore, alle sospensioni oppure alla ruote.
L’IA dei piloti avversari viaggia su un binario immaginario per tutta la durata della gara, si chiudono in se stessi e non azzardano nessun tipo di azione. Sporadicamente qualcuno perde il controllo ma per lo più i piloti hanno anche il terribile vizio di speronare il giocatore facendolo uscire fuori strada.
In gara manca quella dinamicità che ci faccia sudare realmente le mani, i nostri compagni di pista non hanno un’anima e sembra quasi che si mettano in fila per aiutarci ad affrontare meglio le curve finendoci contro.
L’unico barlume di lucidità in questa IA non proprio spiccata è dato dalla possibilità di indurre lo stato di “Nemesi” all’avversario, tamponandolo o con sorpassi azzardati; egli reagirà prendendoci di mira ed improvvisando una guida più aggressiva.
Sui server Race.net il livello di competizione si attesta su livelli più elevati dato che gli avversari sono tutti in carne ed ossa. Il netcode è piuttosto stabile, anche se abbiamo assistito ad alcuni teletrasporti di auto durante il corso delle gare…per il resto c’è anche il Destruction Derby!

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Tecnicamente, nella versione PC da noi provata, si apprezza la cura apportata nella realizzazione delle auto ma soprattutto la bellezza dei tracciati grazie al buon uso del sistema di illuminazione e degli effetti meteorologici gestiti dal non tanto giovane motore EGO di Codemasters. Anche gli interni delle auto, seppur non proprio tutti, sono dettagliati ed offrono reale immersione principalmente nelle gare dove la pioggia è abbondante e nelle notturne.
Scelta opinabile quella di escludere la musica durante le gare rilegandola al solo menu principale, lasciando quindi spazio al rombo dei motori i quali, alla lunga, stancano le orecchie.
In conclusione GRID ci ha lasciati con un po’ di amaro in bocca per la sua inesistente parte gestionale e per una IA non proprio all’altezza delle nostre aspettative. A tratti ci è quasi sembrato di essere tornati ai tempi delle sale giochi e forse l’intenzione di Codemasters era proprio quella di creare un titolo di corse veloce, per chi non ha il tempo e la pazienza da perdere dietro a tanti menu ed impostazioni. Tecnicamente il gioco riesce a difendersi bene e nel multiplayer risulta molto più appagante che nella carriera in singolo. Se state cercando un gioco di guida arcade e non avete troppe esigenze, allora iniziate a riscaldare i motori.

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