RESIDENT EVIL 3 REMAKE - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 28.04.20

Dopo il successo di Resident Evil 2 Remake, la risposta di Capcom all’entusiasmo dei suoi fan non si è fatta attendere. Ad un anno di distanza da quel tributo, durante una conferenza “State of Play” di Sony ha infatti rotto ogni dubbio sul rifacimento del terzo capitolo di Resident Evil che tanto abbiamo amato nel 1999.
Un lasso di tempo ridotto se consideriamo la tipologia di gioco che, vogliamo ricordare, fu uno dei primi a definire il genere survival-horror grazie alle sue meccaniche che mescolavano saggiamente combattimento, enigmi ed esplorazione. Capcom in questa nuova occasione, rispetto al remake del secondo capitolo, ha avuto già le basi tecniche pronte in tavola; bisognava soltanto riprendere la storia originale ed unire il tutto. Sarà riuscita nell’intento?
Precisiamo che di seguito andremo ad analizzare esclusivamente la versione base del gioco, escludendo di fatto il comparto multiplayer chiamato Resident Evil: Resistance.
L’incipit narrativo di Resident Evil 3 Remake non si discosta molto da quello classico nel quale l’Umbrella Corporation, una prestigiosa casa farmaceutica, sviluppa sottobanco armi biologiche da vendere al miglior offerente e si lascia scappare il devastante virus T nella cittadina di Raccoon City, dando vita ad un disastro senza eguali. L’agente delle forze speciali S.T.A.R.S. Jill Valentine, testimone degli antefatti che hanno portato alla catastrofe Raccoon City, decide di scappare dalla città prima che sia troppo tardi ma la Umbrella Corporation le attiva contro l’arma definitiva: il Nemesis.
La storyline a sommi capi e senza alcun spoiler vede queste due figure combattersi di continuo come cacciatore e preda in un ambiente colmo di pericoli, un concetto che costituisce il fiore all’occhiello del terzo capitolo, in quanto anche parte integrante del suo gameplay.

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Come accennavamo ad inizio articolo, gran parte delle meccaniche del secondo remake vengono riproposte anche qui attraverso lo stesso utilizzo della telecamera di gioco, posta per tre quarti alle spalle della protagonista, un inventario ridotto all’osso ed un sistema di combattimento in cui è necessario restare immobili per mirare con precisione alla testa dei barcollanti zombie.
Negli ambienti di gioco tornano in bella mostra alcuni elementi in grado di liberare rapidamente la protagonista da situazioni di estrema difficoltà, come, ad esempio, i barili esplosivi o i generatori, in grado di immobilizzare i nemici temporaneamente.
Tuttavia è la schivata a fare la differenza nel sistema di combattimento di Resident Evil 3 Remake, al momento giusto e con la pressione di un tasto del pad, Jill può rotolare via dalle grinfie dei suoi assalitori ed evitare di sprecare preziose munizioni. Si tratta di una meccanica già nota nella versione del ’99 ma che ad oggi è stata migliorata, seppur richieda svariati tentativi prima di essere padroneggiata a modo, complice il piccolissimo margine di tempo che occorre per attuarla con successo.
L’arsenale a disposizione della protagonista, potenziabile attraverso un discreto numero di accessori da cercare in giro per gli ambienti di gioco, occupa un certo numero di slot dell’inventario e ciò costringe spesso il giocatore a dover rinunciare alla raccolta di determinati oggetti o di ricorrere alle famose casse deposito per liberare spazio utile. Non manca ancora una volta la possibilità di combinare più oggetti come le classiche erbe curative ma anche polveri da sparo per le diverse tipologie di armi.
Passiamo a quella che possiamo definire la parte spinosa di Resident Evil 3 Remake, ovvero l’esplorazione e la risoluzione degli enigmi.
Nei giorni successivi al rilascio sul mercato del titolo in questione, molti giocatori hanno avuto da ridire sulla longevità del titolo che si attesta sulle circa 5 ore a modalità normale; un argomento delicato che meriterebbe un esame a parte considerato anche il prezzo pieno di vendita del gioco.
Resident Evil 3 Remake soffre di una linearità cronica che guida il giocatore verso nuove aree e nello scioglimento dei suoi limitatissimi enigmi. Di fatto manca quella sensazione di rischio che ci assaliva nella versione classica, quando decidevamo, con gran coraggio, di esplorare Raccoon City per raggiungere un luogo chiave o per raccogliere un oggetto utile a proseguire nella storia.
Questa svolta del level design influenza negativamente l’esperienza di gioco, in quanto si è quasi sempre costretti a non poter tornare sui propri passi per sbloccare nuove zone, poiché non sono state nemmeno contemplate dagli sviluppatori. Alcuni enigmi e nemici, così come alcune aree importanti della versione classica sono stati, tutti, completamente rimossi; la stessa presenza del Nemesis ha un impatto nettamente inferiore sull’esperienza generale man mano che si procede verso i titoli di coda, lasciamo a voi l’onere di scoprirne il motivo.

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Dal punto di vista tecnico il RE Engine riesce ancora una volta a graffiare gli schermi con texture e modelli dettagliatissimi oltre a giochi di luce ed effetti particellari credibili.
Raccoon City è stata egregiamente rappresentata nel suo incubo, sia in superficie che nei sotterranei, non mancano alcuni luoghi iconici che faranno brillare gli occhi ai veterani della serie. Gli zombie e tutte le abominevoli creature che popolano la cittadina hanno subito un ottimo restiling ed è notevole come ognuna di queste si deteriori realisticamente sotto i colpi delle armi da fuoco (seppur in maniera leggermente inferiore rispetto al secondo remake).
Non da meno le musiche orchestrali che da sempre accompagnano le varie location della serie; un’ulteriore nota di merito va poi al doppiaggio in italiano e per chi lo preferisce, a quello originale inglese con i sottotitoli attivabili nella nostra lingua.
Resident Evil 3 Remake è un progetto che a nostro parere poteva fare molto di più sotto alcuni aspetti.
Durante le nostre sessioni di gioco ci è sembrato che il tempo a disposizione degli sviluppatori fosse davvero poco per rievocare il terrore che abbiamo vissuto durante la nostra infanzia giocando alla versione originale.
Non fraintendeteci, nonostante la sua scarsa longevità e la sua estenuante linearità, rimane un titolo godibile ed in grado di offrire una buona rigiocabilità grazie agli sbloccabili ed ai vari livelli di difficoltà attraverso i quali è possibile affrontarlo. Il comparto tecnico sorretto da una regia cinematografica ed una storia accattivante aiuta a sorpassare le ombre che intaccano la caratura del titolo.
Non ci sentiamo di dare a questa nuova fatica di Capcom i pieni voti per i motivi sopra elencati, un vero peccato per quella che poteva essere una buona occasione per riproporre, anche ai nuovi arrivati della serie, un’esperienza da ricordare e da affiancare con orgoglio al remake precedente.

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