ART OF RALLY - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 18.09.20

C’è stato un tempo in cui con la nostra paghetta settimanale in mano correvamo al bar sotto casa per giocare al cabinato di World Rally Championship di Gaelco, rigorosamente in piedi nonostante fosse munito di volante e pedaliera ma non di un comodo sedile dove scaricare l’adrenalina. Erano gli anni ’90 e quell’arcade con visuale isometrica, dove era possibile guidare soltanto una Toyota Celica, riusciva a catturarci per interi pomeriggi.
Ci piace pensare che anche i ragazzi di Funselektor Labs Inc. abbiano trascorso un’infanzia simile e che, dopo il loro primogenito Absolute Drift, si siano lasciati trasportare dalla nostalgia creando Art of Rally, il titolo di cui vi parleremo in questo articolo.
Art of Rally è un titolo di corse su sterrato, caratterizzato da una visuale isometrica e dalla grafica low-poly.
Ad una prima occhiata il suo aspetto potrebbe trarre in inganno anche il giocatore più esperto ma, pad alla mano, Art of Rally riesce ad abbracciare in parte il livello simulativo di altri titoli dello stesso genere. A sottolineare ciò è la presenza di diverse opzioni che consentono di attivare o disattivare gli aiuti di guida; malgrado non sia possibile mettere le mani nel vero e proprio setup dell’auto, quest’ultima reagisce in maniera sempre diversa in base alla sua classe e potenza, alla tipologia di terreno, alle condizioni meteorologiche.

Art of Rally Recensione

Disattivare totalmente il controllo della stabilità implica una certa abilità nel giocatore di saper dosare, con il giusto tempismo, acceleratore, freno e cambio nel caso in cui abbia scelto quello manuale.
Tuttavia, anche con gli aiuti, Art of Rally non perdona gli errori in pista e battere i tempi dei rivali controllati dalla cpu non è affatto semplice.
A rendere le cose leggermente più complicate è anche l’impossibilità di individuare in tempo i dislivelli del terreno per via della totale assenza di un copilota o di un’ombra in prossimità di questi; per questo motivo ci siamo ritrovati più volte ad abbracciare alberi e staccionate, perdendo preziosi secondi.
Tra una tappa e l’altra non manca la possibilità di riparare il veicolo spendendo il tempo a disposizione su una determinata parte meccanica, evitando così di giungere al prossimo traguardo a bordo di un rottame.
La modalità carriera consente di ripercorrere le gloriose epoche del rally alla guida di auto storiche dai nomi bizzarri ma riconoscibilissime, rispetto alle controparti reali, per le loro forme e livree.
Scalando le prime posizioni si sbloccano nuovi percorsi, vetture e vernici da utilizzare anche in altre modalità come la prova a tempo, guida libera o rally personalizzato.
Gli eventi online, invece, permettono di sfidare i giocatori di tutto il mondo al migliore tempo possibile su stage ed auto casuali allungando ancora di più la longevità del titolo ed aggiungendogli un pizzico di competizione umana.

Art of Rally Recensione

Come accennavamo ad inizio articolo, lo stile grafico di Art of Rally è contraddistinto da pochissimi poligoni che nell’insieme non lasciano spazio all’immaginazione perché tutto è perfettamente identificabile per il proprio profilo e colore. I tracciati si articolano in maniera complessa tra la fitta vegetazione e le folle di curiosi a bordo strada, arricchiti da buoni effetti luce e particellari come quelli dei polveroni sollevati dalle derapate.
La visuale top-down leggermente inclinata consente di tenere sempre d’occhio la prossima curva, che, quando si acquisisce molta velocità, si allarga mostrandoci una più ampia porzione del tracciato; tutto ciò senza mai staccarsi dai 60 frame per secondo.
Oltre al rombo dei motori, abbiamo molto apprezzato la colonna sonora in pieno stile Synthwave/Retrowave che ci ha accompagnati lungo tutti i percorsi.
Art of Rally ci ha divertiti ed impegnati nei suoi sessanta percorsi suddivisi tra Finlandia, Sardegna, Norvegia, Giappone e Germania.
Il suo stile grafico - minimalistico ma ricco di colori ed effetti - così come l’inquadratura dall’alto sono il frutto non soltanto di menti originali ma anche di un ritorno ad un passato che ha segnato l’infanzia dei giocatori più grandi. Consigliato.

Voto 8

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