RAINBOW SIX: EXTRACTION - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 31.01.22

Vi ricordate di Rainbow Six: Quarantine? Se questo nome non vi dice nulla sappiate che è il nome originario del progetto del quale vi parleremo nelle prossime righe, inizialmente previsto per gli inizi del 2020.
Rainbow Six: Extraction, questa la versione finale del titolo Ubisoft, ha subito almeno tre diversi rinvii, in parte legati anche alla pandemia, ma adesso è finalmente disponibile su console e PC; vi diremo cosa ne pensiamo.
Gli Archei, una non meglio conosciuta razza aliena, hanno deciso di attaccare le città terrestri con l’Archeloma, una melma nerastra in grado di intossicare gli umani e contestualmente proteggere le strutture ed i nidi creati dai poco desiderati visitatori. La squadra Rainbow, composta da tutti gli operatori che abbiamo già conosciuto in “Siege”, viene riorganizzata come REACT ed il suo unico scopo è quello di contrastare la minaccia aliena, analizzandola e cercando di respingerla definitivamente.
Rainbow Six: Extraction è uno sparatutto in prima persona con un focus sul PvE ed il gioco di squadra fino ad un massimo di tre giocatori (può essere comunque affrontato anche in solitaria ndr).
La struttura del gameplay è alquanto interessante, nello specifico ogni missione prevede tre obiettivi randomici da portare a termine in altrettante aree separate della mappa; non importa se tali traguardi vengano raggiunti o meno, ciò che importa è sopravvivere e decidere se proseguire la missione o estrarsi chiamando i rinforzi. Con il susseguirsi degli obiettivi, infatti, l’incarico diventa sempre più difficile richiedendo una maggiore tattica ed un approccio decisamente stealth.

Recensione Rainbow Six: Extraction

In caso di fallimento a pagarne le spese è proprio l’operatore in uso il quale viene escluso dalla missione se ferito mortalmente per due volte di seguito, oppure se non viene risollevato in tempo da un compagno di squadra. Quando il peggio si concretizza, l’operatore diventerà un tutt’uno con l’Archeloma e non sarà possibile utilizzarlo a meno che non lo si vada a recuperare, con una missione apposita, là dove è caduto; nel caso in cui dovesse fallire anche il secondo tentativo l’operatore in questione ricomparirà alla base con una forte penalità in termini di esperienza.
Non finisce qui, perché Rainbow Six: Extraction obbliga il giocatore a ruotare costantemente operatori poiché questi, di ritorno dalle missioni, necessitano quasi sempre di riposo per il recupero dei punti salute; nessuno vorrebbe opporsi ad una minaccia aliena partendo in netto svantaggio, giusto?
Questa dinamica dovrebbe quindi incentivare il gioco più ragionato, talvolta difensivo, poiché bastano davvero poche distrazioni per cadere vittima degli Archei; eppure ciò risulta difficile se tra gli operatori ve ne sono alcuni che non hanno in dotazione armi silenziate in grado di farli passare inosservati all’udito dei nemici, mentre altri invece, a nostro parere, possiedono gadget totalmente inutili per un titolo incentrato esclusivamente sul PvE.
A ciò bisogna aggiungere la suddetta penalità post mortem nella quale un operatore può rimetterci fino a due livelli guadagnati con fatica; questo si traduce nella perdita di alcune abilità fondamentali per la propria sopravvivenza o il supporto della squadra, oltre ad una regressione considerevole dell’armamentario.
Parallelamente al livello dei singoli operatori vi è quello globale che permette di sbloccare nuove mappe, nuove leve e tecnologie REACT da equipaggiare.

Recensione Rainbow Six: Extraction

Sotto il profilo tecnico è evidente quanto Rainbow Six: Extraction sia esattamente una costola dell’ormai consolidato Siege; rispetto a quest’ultimo, infatti, non sono presenti migliorie grafiche ed il framerate si mantiene stabile anche nelle situazioni più concitate.
Sebbene la distruttibilità degli ambienti ci renda sempre felici nel realizzare le kill più fantasiose, il design delle mappe è piuttosto anonimo salvo sporadiche aree in cui si ha effettivamente la sensazione di muoversi all’interno di una pellicola horror/sci-fi. Non ci hanno convinto gli Archei né le loro variazioni, poco ispirati contrariamente ai dettagli riservati per i modelli degli eroi e dei loro equipaggiamenti.
Non sorprende neanche il comparto sonoro; nonostante sia importante in titoli del genere far immedesimare il giocatore con ciò che lo circonda, questo non avviene. Una nota di merito va, invece, al buon doppiaggio in lingua italiana.
Rainbow Six: Extraction è un titolo punitivo ma riesce, nonostante il suo gameplay ripetitivo, a regalare delle grandi soddisfazioni qualora riusciate a dominarlo.
Il nostro consiglio è quello di affrontare le missioni in compagnia di altri due amici online, così da potervi coordinare nel migliore dei modi ed affrontare al meglio il duplice sistema di progressione presente nel gioco senza troppe perdite.
A fronte di un poco equilibrato bilanciamento della difficoltà ed un comparto tecnico che ha già sulle spalle qualche anno di età, Rainbow Six: Extraction avrà bisogno di un supporto corposo e duraturo da parte di Ubisoft per rimanere ancora sotto lo sguardo attento dei giocatori che vogliono distrarsi da Siege o, a maggior ragione, di tutti coloro che desiderano avvicinarsi alla serie per la prima volta.
Rainbow Six: Extraction è incluso nel Game Pass sia PC che Xbox ed è cross-platform tra le varie versioni, un motivo in più per dargli una chance.

Voto 7

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