DEAD ISLAND: RIPTIDE - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 30.04.13

Attualmente la zombie-mania impazza e va per la maggiore sia in ambito videoludico che nelle serie televisive. I ragazzi di Techland decidono di sfruttare quest’onda con Dead Island: Riptide. Avranno soddisfatto a pieno le nostre aspettative? Scopriamolo insieme!
Il filo narrativo di Dead Island: Riptide fa seguito al precedente capitolo e non a caso un filmato introduttivo ci riassume tutte le precedenti vicissitudini dei quattro sopravvissuti.
Sì, sono ancora gli stessi di prima. Scopriamo che nonostante siano riusciti a fuggire dall’isola di Banoi tramite un elicottero, questi vengono successivamente catturati all’interno di una nave da un’organizzazione paramilitare ai cui vertici vi è un’importante multinazionale. Sembrerebbe essere stata proprio quest’ultima a scatenare l’inferno in terra a seguito di un incidente verificatosi durante le fasi di preparazione di un’arma biologica. Fin qui le analogie con i primi capitoli della serie Resident Evil sono ben evidenti e se pensiamo che il disguido di cui parlavamo viene “coperto” con la nuclearizzazione del luogo in cui è avvenuto, beh…evviva la fantasia!
La storyline del resto è esente da colpi di scena e viene costantemente interrotta dalle innumerevoli richieste che gli npc ci chiedono di soddisfare prima di poterla proseguire.
Anche dal punto di vista del gameplay non sono state apportate novità rilevanti.

Dead Island Riptide Recensione

Dead Island: Riptide si presenta ancora come un mix tra genere action, gdr, survival horror, fps. I cinque personaggi selezionabili – quattro già conosciuti ed uno del tutto nuovo – si differenziano tra loro per alcune abilità, anche se sul campo di battaglia tutti si comportano relativamente allo stesso modo. È anche possibile importare il nostro sopravvissuto dai salvataggi del precedente capitolo, mantenendo livello e skill. Naufragati su una nuova isola tropicale, appare evidente che anche i controlli sono rimasti identici e così anche l’aspetto dell’interfaccia e dei menù.
Per farci strada tra le orde di non-morti, è necessario armarci con gli oggetti più disparati: coltelli, bastoni, mazze da baseball, martelli, fiocine, pistole, fucili, etc.. Armamentario che può essere migliorato e riparato dall’usura in apposite postazioni.
A supportare la potenza e le caratteristiche delle armi fanno capolino le abilità del personaggio; divise ancora una volta in tre rami quali sopravvivenza, combattimento e furia.
Quest’ultima, per chi fosse un novizio della serie, è una particolare abilità che una volta attivata permette di colpire i nemici con potenza spropositata per un tempo limitato. Ad ogni nostro level up i nemici diventano più ostici, forse un pò troppo. Sotto questo punto di vista, infatti, la nostra esperienza di gioco è stata costantemente minata da un livello di difficoltà poco bilanciato, che ci ha visti morire spesso e volentieri per via dei danni esagerati inflitti dagli zombie.
Sebbene il senso di deja-vù sia più forte di ogni altra cosa, tra le novità di questo nuovo capitolo vi è una mappa molto più ampia, che presenta diversi corsi d’acqua navigabili tramite piccole imbarcazioni a motore. Sono stati aggiunti anche nuovi nemici e due tipi di missioni che dovrebbero smorzare la monotonia delle quest secondarie: missioni di squadra e fortificazione e difesa. Nelle prime siamo chiamati a cercare degli oggetti per i vari npc sopravvissuti sbloccando, in cambio, nuovi equipaggiamenti da scambiare. Nelle seconde dobbiamo proprio difendere il campo base da orde di zombie, recintandone i confini ed aiutando i compagni in difficoltà. In questa occasione notiamo che l’IA alleata non è sorprendente e/o autonoma, anzi spesso e volentieri siamo costretti ad intervenire anche se gli altri sono liberi da ogni tipo di scontro. Insomma, gli npc non si aiutano tra loro lasciando a noi il compito di sporcarci continuamente le mani.
Dead Island: Riptide può essere giocato in co-op online fino a 4 giocatori mediante un sistema che ci avverte della loro presenza nella zona in cui ci troviamo. Anche in questa modalità però gli sviluppatori non hanno pensato a curare i difetti che affliggevano il primo capitolo, come ad esempio le missioni doppie che magicamente appaiono nel menù del personaggio oppure quelle che ci risultano da completare nonostante l’avessimo fatto in precedenza.

Dead Island Riptide Recensione

Graficamente non sono stati apportati significativi miglioramenti. Sono comunque degne di nota le ambientazioni tropicali ed il modo in cui le strutture create dall’uomo sono state collocate in esse, contornate da un sistema meteo dinamico che tenta di rendere il tutto più credibile. Dall’altro lato però abbiamo delle texture altalenanti, presenza di aliasing, pop-up e qualche glitch grafico di troppo. I dialoghi sono in lingua originale con sottotitoli in italiano.
In conclusione, Dead Island: Riptide sembra essere un’espansione del primo capitolo piuttosto che un gioco a sè stante. Sono davvero esigue le modifiche apportate, tanto da farci pensare ad uno sviluppo frettoloso, diretto più che altro a sfruttare la zombie-mania di cui sopra. La vastità delle missioni, della mappa e le numerose armi trovabili e craftabili lo rendono un titolo piuttosto longevo ed a tratti un tantino dispersivo. La storia, che dovrebbe essere uno dei pilastri portanti, si è dimostrata piuttosto banale e quanto mai scontata. Se non avete amato il predecessore, allora questo non farà per voi. Per tutti gli altri, la mattanza ha un nuovo seguito: crudo e violento più che mai.

Voto 6

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