FALLOUT 4 - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 07.12.15

Sette anni fa abbiamo lasciato alle nostre spalle la zona contaminata di Washington e quella di Las Vegas. Oggi, come promesso dai ragazzi di Bethesda, ci ritroviamo in quel di Boston per tentare di portare un po’ di equilibrio in un mondo devastato dalla guerra nucleare. L’anima di Fallout 4 rimane tale e quale a quella di sempre, libertà d’interazione e scelte morali che pregiudicano l’andamento della storia. Ciò che cambia sono le prime battute, questa volta il giocatore ha la possibilità di vedere il mondo prima della catastrofe, caratterizzato da colori vivaci ed uno stile prettamente americano degli anni ’50. La serenità trasmessa da questi elementi però viene meno nel momento in cui ci informano di un imminente attacco nucleare e così, di tutta fretta, con moglie e figlio piccolo a carico, troviamo posto nel Vault 111, dove veniamo congelati per un lungo periodo. Da qui sta a voi scoprire e soprattutto costruire la storyline, uno dei principali cardini dell’ultima produzione Bethesda. Fallout 4 è un titolo che mescola ibridamente le meccaniche da gioco di ruolo a quelle di uno sparatutto a turni con un risultato unico e che può non piacere a tutti. La costruzione dell’alter-ego, in questi anni, ha subito qualche modifica per decisione degli sviluppatori e ci riferiamo in particolar modo al sistema chiamato S.P.E.C.I.A.L. Ad ogni level-up si ottiene un punto da spendere nel suddetto sistema e contrariamente ai precedenti capitoli è possibile collocarlo nelle statistiche base del personaggio (forza, fortuna, carisma, etc..) o nelle abilità relative ad esse. In sintesi, le “stats” hanno un impatto decisamente minore all’interno del gioco rispetto alle “skill” e lo si nota anche dalla possibilità di poter maneggiare, sin dal principio, qualsiasi arma o indossare qualsiasi armatura senza restrizioni. Tutto ciò influisce chiaramente sull’esperienza di gioco, rendendolo un po’ più action rispetto al passato; insomma, nella maggior parte delle situazioni è meno impegnativo premere il grilletto piuttosto che agire a seconda della reale specializzazione data al personaggio.

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Armature ed armi, non più usurabili, possono essere migliorate in appositi banchi da lavoro. Raccogliendo i più svariati materiali in giro per Boston, un’arma può essere modificata per il lungo o corto raggio secondo le preferenze del giocatore oltre che aumentarne la potenza di fuoco. Lo stesso sistema di crafting viene utilizzato anche per le armature con una piccola variante per quanto riguarda quella atomica. Quest’ultima infatti è stata trasformata dagli sviluppatori in un vero e proprio esoscheletro (iron man anyone? ndr) che protegge pesantemente dagli attacchi dei nemici e dalle radiazioni. Inoltre è possibile modificarla a tal punto da poter spiccare salti incredibili ed atterrare violentemente sui nemici ma, attenzione, per farla funzionare occorre utilizzare i costosissimi (ed esauribili) nuclei di fusione. Il sistema di combattimento continua a fare riferimento allo S.P.A.V. che include il rallentamento dell’azione di gioco e la possibilità di selezionare le parti del corpo del nemico da colpire. In questa modalità il numero degli attacchi è dipeso dai “punti azione” del giocatore; più ne possiede e più ha la possibilità di concludere il combattimento senza riportare ferite gravi. In alternativa si ha la possibilità di procedere, nelle fasi più concitate, come se si stesse giocando ad un classico sparatutto; così facendo i combattimenti diventano più difficili e non si ha la possibilità di capire quale sia il punto debole del nemico. Sopravvivere ai ghoul feroci, ai deathclaw, ai predoni e compagnia bella non è così semplice. I sopravvissuti alla guerra – che hanno conservato ancora un po’ di spirito di conservazione – si sono riuniti in piccoli avamposti sparpagliati lungo tutto il Commonwealth in una sorta di confederazione chiamata “Minuteman”. Il giocatore può, arbitrariamente, scegliere di aiutarli a rimanere uniti e possibilmente in vita o proseguire per la sua strada indisturbato. Nel primo caso Fallout 4 si trasforma ancora una volta ma in un manageriale. Sulla riga di Fallout Shelter (iOS, Android), è possibile sviluppare gli insediamenti dei Minuteman fornendoli di acqua, cibo, difese, corrente elettrica, alloggi dove dormire e decorazioni. Tutto ciò avviene attraverso l’officina ed ogni struttura/oggetto, collocabile a piacimento all’interno dell’area evidenziata dal gioco stesso, richiede un determinato numero di materiali raccattabili lungo le fasi esplorative. Soddisfatti i requisiti primari, a lungo andare nuovi coloni fanno la loro apparizione, pronti per essere assegnati a compiti come ad esempio la raccolta dei frutti dalle piantagioni o la guardia nelle apposite postazioni. Se siete interessati a questo “ramo” di Fallout 4, sappiate che le possibilità di creazione sono veramente tante. Non soltanto è possibile costruire vere e proprie fortezze ma anche dei sistemi di difesa elaborati attraverso generatori elettrici, cavi, interruttori, torrette o pedane a pressione. A riguardo dobbiamo comunque segnalare che non tutti gli insediamenti sono adatti a questo tipo di creatività, alcuni infatti risultano piuttosto ridotti nelle dimensioni e in terreni sconnessi a tal punto da rendere impossibile la collocazione di alcunchè.

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Se l’esplorazione in solitaria del Commonwealth dovesse diventare troppo ardua, il giocatore può affidarsi ai diversi compagni i quali, chi casualmente e chi un pò meno, proporranno il loro aiuto. Ognuno con la propria specialità, sono di buona compagnia, utili in battaglia e possiedono un utilissimo inventario dove depositare i nostri oggetti in eccesso! Il comparto tecnico di Fallout 4 non brilla particolarmente di efficacia e ciò è stato oggetto di numerose critiche sin dalla prima dimostrazione del gioco al pubblico. E’ inevitabile pensare che il Creation Engine, il cuore del titolo, sia ormai obsoleto per la next-gen. A sottolineare quanto stiamo affermando sono gli fps altalenanti, i tempi di caricamento che in certe fasi arrivano anche al minuto abbondante, la dubbia fisica e la relativa indistruttibilità dell’ambiente di gioco oltre alle animazioni dei personaggi ancora troppo “legnose”. Il mondo di gioco inoltre non è per nulla paragonabile al più recente Skyrim in termini di vastità anche se acquista decisamente punti a suo favore per la varietà delle architetture presenti ed una palette di colori più accesa rispetto a quella cupa dei precedenti capitoli. Insomma, rispetto al passato c’è qualche miglioramento e lo si nota durante il ciclo giorno/notte ed il sistema di illuminazione che varia a seconda delle condizioni climatiche. Diversamente il comparto sonoro eccelle con i suoi tantissimi dialoghi doppiati in italiano, le musiche che richiamano epoche passate, ormai diventate un ulteriore simbolo caratterizzante della serie, e tante stazioni radio da ascoltare. Dal nostro punto di vista, Fallout 4 va apprezzato per i suoi contenuti e non per il suo aspetto grafico. Ci teniamo a precisarlo in maniera diretta per quei pochi che ancora oggi giudicano soltanto dalla copertina. L’ultimo prodotto di Bethesda è un gigantesco contenitore di eventi in grado di tenervi incollati alla poltrona per più di cento ore e considerati i diversi finali sbloccabili, anche la rigiocabilità è piuttosto elevata. Il Commonwealth va vissuto in ogni suo aspetto, soprattutto quello manageriale che ci trasforma in degli improvvisati sindaci di un avamposto. Gli appassionati della serie troveranno pane per i loro denti mentre a coloro i quali si avvicinano a questo titolo per la prima volta ma sono amanti del genere, consigliamo di dargli un’opportunità. Non ve ne pentirete. La guerra, la guerra non cambia mai.

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