SEA OF THIEVES - ANTEPRIMA

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 08.02.18

Ebbene e' ufficiale: la mia lunga ricerca e' terminata!
Per anni ho avuto l’occasione di giocare titoli pirateschi nella speranza che sostituissero degnamente la mia duratura permanenza su Pirates of the Burning Sea (mmo/pc). Ho creduto, per qualche tempo, che Assassin’s Creed: Black Flag potesse colmare quel vuoto - ed il potenziale per farlo lo aveva eccome - ma era privo di un comparto multiplayer e navigare i sette mari in solitudine alla lunga stanca.
Durante la conferenza Microsoft all’E3 del 2015 la rivelazione: Rare annuncia Sea of Thieves e la mia reazione è stata un misto tra stupore, curiosità ed un pizzico di dubbio sulle meccaniche di gioco. Non sarei qui a raccontarvi cosa ho visto se non mi fossi immediatamente iscritto come Insider di Microsoft, garantendomi così l’accesso alla closed beta del titolo ed eliminando definitivamente quell’ombra di scetticismo che m’inseguiva.
Sea of Thieves è un’esperienza piratesca autentica nella quale sono stato chiamato a governare un galeone e dare ordini alla ciurma, composta da altri tre giocatori, affinchè tutti gli elementi della nave funzionassero con efficienza e ci permettessero di salpare nei pericolosi mari del gioco.
A seconda del numero dei partecipanti alla partita, Sea of Thieves mette a disposizione diverse tipologie di nave; durante la closed beta è stato possibile scegliere tra un lento e potente galeone o una piccola ma agile sloop mono-albero. Alcuni di voi staranno già viaggiando con la mente, nella speranza di poter navigare da soli a bordo della nave più grande del gioco, ma purtroppo vi devo far tornare con i piedi a terra perche' da una grande imbarcazione derivano grandi responsabilità.
E’ praticamente impossibile gestire da soli il timone, tre alberi, la bussola, sei cannoni, la mappa, eventuale danni allo scafo ed una corretta vigilanza con il binocolo senza l’aiuto di uno o più compagni; ecco perché i lupi solitari sono “costretti” su navi più piccole mentre le grandi ciurme, diversamente, sono chiamate alla collaborazione tra propri membri mediante l’uso di emoticon o chat vocale ingame.

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Nella closed beta non mi è stato possibile creare un personaggio; ho tuttavia avuto la possibilità di acquistargli i vestiti con i dobloni trafugati nelle varie casse dei tesori... già, perché come ogni pirata che si rispetti non ho saputo resistere al richiamo dell’oro! Un losco individuo coperto sotto un tendone viola è stato il mio spacciatore di missioni per tutta la durata del test e pian piano al completamento delle prime seguiva lo sblocco di più complicate ed ovviamente più redditizie. Quando mi sono approcciato a questo sistema per la prima volta ho pensato di dover partire da un punto A (l’outpost in cui mi trovavo), giungere al punto B prendere il bottino e riconsegnarlo al punto di partenza. In realtà la caccia ai tesori in Sea of Thieves può farvi diventare letteralmente pazzi e trovare l’esatto punto in cui scavare può portarvi via un bel po’ di tempo. La maggior parte di queste spedizioni mi chiedevano di recarmi in una delle tante isole presenti nel mondo di gioco e scavare là dove compariva la “X” nella mappa fornitami, in altre invece a sostituzione della mappa c’era un indovinello le cui righe si rivelavano man mano che compivo le azioni richieste. Tra queste, ad esempio, bisognava illuminare il simbolo di una sirena con la torcia oppure scavare sette passi sud-ovest rispetto ad una tomba e così via… A complicare le ricerche è stata la totale (e voluta) assenza di un’interfaccia grafica ad indicarmi la via e quindi ho svolto le mie ricerche orientandomi con gli unici strumenti che avevo: bussola, cannocchiale ed una discreta dose di pazienza.
Avete presente il detto “non conta la meta ma il viaggio”? Ecco, in Sea of Thieves ciò che accade tra l’outpost dove vi fermerete a fare qualche pausa e l’obiettivo che vi sarete prefissati è un’incognita.
Quanto vi dico è dovuto ad un insieme di fattori che rendono tutti i viaggi un’esperienza unica: la giocabilità aperta del titolo, l’always PvP, il meteo dinamico ed i relitti sommersi da depredare. Tutti elementi che ho trovato disponibili fin da subito e di tanto in tanto variavo rotta per andare a controllare angoli della mappa ancora inesplorati o galeoni lasciati alla mercè degli abissi e degli squali. Non pensavate mica di non trovarne! Ci sono anche gli scheletri con tanto di sciabole e fucili!
Un altro aspetto del gioco che ha richiesto molta pratica è l’utilizzo dei cannoni durante i combattimenti via mare; questi vanno caricati con la scorta di munizioni presenti a bordo e poi con il giusto occhio bisogna mirare verso l’imbarcazione nemica. Vi assicuro che è tutt’altro che semplice sparare senza un reticolo, con il moto ondoso ad ostacolare la visuale di tiro ed ovviamente entrambi i mezzi in movimento, il risultato è una o più cannonate sparate troppo corte o troppo in anticipo. Le falle nello scafo possono essere bloccate piantandoci sopra delle assi di legno e l’acqua imbarcata deve essere riversata fuori bordo con un secchio onde evitare di subire rallentamenti o nei casi peggiori l’affondamento. Nella closed beta il gioco provvedeva a rifornire i giocatori sprovvisti di nave con una nuova di zecca, facendola comparire in un punto casuale della mappa. Nei casi di abbordaggio il combattimento corpo a corpo prevede l’uso di spade, pistole e fucili; i pirati in realtà non muoiono permanentemente e, terminati i punti salute, vengono teletrasportati in un'esilarante nave fantasma dove attendono il respawn.

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La governabilità delle navi, così come ho accennato qualche riga sopra, dipende dalla loro grandezza e da come vengono impiegate le vele durante la navigazione; osservando il cielo è possibile capire dove spira il vento e di conseguenza è possibile orientarle a favore per acquisire velocità oppure alzarle per fermarsi. Ho avuto modo di constatare il comportamento delle imbarcazioni sul mare in base alle onde ed alla velocità e devo ammettere che sono rimasto colpito da come queste reagiscono alle sollecitazioni esterne. Il merito lo si deve al cuore pulsante del gioco, l’Unreal Engine, il quale mi ha regalato anche scorci panoramici mozzafiato attraverso un sistema di illuminazione ed un comparto artistico davvero eccellente. Sea of Thieves ha uno stile cartoonesco ed accattivante, in un certo senso esaspera nel rimarcare ciò che sono i pirati ed il loro stile di vita prendendosi quasi in giro con piccole chicche come il potersi ubriacare fino a perdere l’equilibrio e rimettere anche l’anima, suonare strumenti musicali o spararsi (o farsi sparare) dai cannoni della nave. Fino ad ora non credo di aver mai visto una realizzazione così bella del mare come in Sea of Thieves, con le onde che s’increspano e lasciano filtrare la luce del sole, cambiando tra l’altro colore in base al meteo. Anche gli avamposti e tutte le isole che compongono il mondo sono dei piccoli gioielli tropicali che vanno esplorati con massima cura perché ricchi di sorprese. Oltre trecentomila utenti hanno partecipato alla closed beta di Sea of Thieves, che ha subito conquistato le vette di piattaforme come Twitch e Mixer.
La mia esperienza all’interno del gioco è stata molto positiva, nonostante mancassero molti contenuti dei quali è trapelata qualche informazione sul web... qualcuno ha parlato del Kraken? Non solo, a quanto pare nella versione finale sarà anche possibile modificare la nave ed accettare missioni differenti dalla classica caccia al tesoro. Questo fantastico titolo di Rare sarà disponibile su Xbox e PC a partire dal prossimo 20 marzo, nell’attesa cominciate a procurarvi un pappagallo da portare sulla spalla! Arrrh!

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