INTO THE BREACH - RECENSIONE

A CURA DI CLAUDIO "DOGGHY" FAVORITO IL 12.03.18

Chi ha il piacere di seguirci da tempo sa quanto apprezziamo lo sforzo delle piccole case di sviluppo indipendenti, perché riescono sempre a stupirci con piccoli capolavori nonostante il budget ridotto. I ragazzi di Subset Games, ideatori dell’interessante Faster Than Light, hanno dato alla luce un nuovo titolo strategico che in pochi giorni ha riscosso non poco successo. Parliamo di Into The Breach e adesso vi spiegheremo nel dettaglio di cosa si tratta.
Il pianeta Terra è andato distrutto in seguito ad un’invasione aliena. Li dove tutto sembra ormai perduto, in quello scenario apocalittico, un pilota di mech si tiene pronto a viaggiare verso una nuova linea temporale per evitare di ripetere gli stessi errori che lo hanno portato al fallimento della missione. Insieme ad altri due compagni dovrà sventare gli attacchi degli insettoidi Vek e salvare quante più vite umane possibili, onde evitare di dover ricorrere ad un nuovo viaggio temporale e vanificare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento.
Into the Breach è uno strategico a turni dove tutte le unità si spostano su una griglia come pedine di una scacchiera. A fare la differenza rispetto ad altri titoli dello stesso genere sono le dimensioni molto contenute delle mappe sulle quali si svolgono le battaglie; queste infatti, nonostante le dimensioni, sono ricche di obiettivi da difendere e spesso comprendono anche eventi in grado di modificare drasticamente la tattica del giocatore.
Andiamo per ordine, prima di lanciare la propria squadra verso la Terra è possibile scegliere, oltre la difficoltà di gioco, quali unità schierare in battaglia e personalizzarne il nome ed il colore. All’inizio i mech disponibili sono soltanto tre ed i rimanenti possono essere sbloccati man mano che si avanza con il gioco e si completano determinati achievement.
Ovviamente ogni singolo membro del gruppo ha le proprie statistiche ed abilità, migliorabili attraverso l’utilizzo dei “Core”, nuclei reperibili come ricompense per il successo delle missioni o dalle capsule che di tanto in tanto piovono dal cielo durante uno scontro. La scelta della squadra è definitiva, di conseguenza non sarà possibile cambiarne gli elementi durante l’avventura ma perfezionarne le prestazioni sul campo.

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Into the Breach propone quattro isole giocabili sulle quali confrontarsi con i Vek ed ognuna di queste viene poi suddivisa in piccole regioni nelle quali intraprendere le missioni in cambio dei già citati “Core” ma anche di “Punti Reputazione” e “Punti Energia”. La reputazione permette di acquistare, una volta resa sicura l’isola, potenziamenti per la squadra mentre l’energia funge da barra della salute del giocatore; una volta esaurita è game over (morte permanente e perdita dei progressi ndr). Per evitare questo spiacevole epilogo è necessario far si che i Vek non attacchino le strutture civili, vere e proprie forniture costanti di energia elettrica nonché terribilmente vulnerabili ai colpi nemici.
Le unità dislocate sulla griglia possono muoversi ed attaccare una volta per turno ed in quel frangente bisogna tenere conto di molti parametri ed obiettivi da difendere. Il gioco infatti permette di vedere dove stanno attaccando i Vek, i loro punti salute e quanti danni possono arrecare; in base a queste informazioni il giocatore deve adeguarsi mettendo anche a rischio l’integrità stessa dei propri mech (niente paura, a fine battaglia la loro salute viene ripristinata ndr).
In uno scontro tipo potrebbe accadervi di dover difendere una particolare struttura da un Vek ed avere una sola possibilità di riuscirci con successo; se controllate un mech in grado di uccidere istantaneamente l’insettoide allora siete a cavallo, in alternativa potete fare momentaneamente da scudo e perdere preziosi punti salute, provare un attacco in grado di spingerlo verso una cella vuota della griglia oppure farlo scontrare con una montagna e causargli danni aggiuntivi.
Into the Breach offre mappe generate proceduralmente e ciò rende le battaglie sempre diverse e dinamiche; potrebbe persino apparire un terremoto in grado di rimpicciolire ulteriormente la griglia ed inghiottire definitivamente tutto ciò che staziona sulle celle evidenziate preventivamente dall’interfaccia di gioco.

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Sotto il profilo tecnico il titolo di Subset Games sfoggia un’accattivante pixel-art arricchita da un’interfaccia intuitiva ed efficiente. Non ci troviamo di fronte ad una grafica che fa urlare al miracolo ma ci ha positivamente stupiti la disposizione degli elementi sullo schermo, che rimane pulito e chiaro nonostante le diverse informazioni da tenere sott’occhio. Il gioco non è localizzato in lingua italiana ma grazie ai brevi tutorial possiamo assicurarvi che anche i meno avvezzi alla lingua inglese non avranno molte difficoltà ad imparare le meccaniche base.
Into the Breach è uno di quei pochi strategici che ci ha tenuti incollati ore davanti allo schermo del PC a ragionare meticolosamente sulle nostre prossime mosse. Possiamo tranquillamente ammettere di esserci trovati di fronte ad un gameplay solido ed in grado di evolversi costantemente. Scelta una squadra non si può più tornare indietro e si è costretti ad adattarsi a dinamiche sempre diverse, nella speranza di aver fatto affidamento sulle giuste unità. La possibilità di migliorare e personalizzare le abilità dei mech ci ha dato altresì modo di attuare nuove strategie ed aprirci ad un ventaglio di successi…e fallimenti!
Se state cercando uno strategico a turni che vi tenga seriamente impegnati e che possa girare tranquillamente anche su un pc a vapore, Into the Breach farà al caso vostro. Adesso scusateci ma abbiamo appena aperto un’altra breccia temporale, nuove battaglie ci attendono!

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