Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 27/12/2012
Non ci accade spesso di provare titoli dalla forte carica narrativa, che, alle volte, va a discapito di altre caratteristiche quali la grafica o la giocabilità, ma i ragazzi di Remedy hanno saputo mixare tutte queste qualità rendendo la nostra esperienza un vero e proprio “incubo”. Non ci credete? Continuate a leggere.
La storia racconta di un giovane scrittore di bestseller di nome Alan Wake al quale manca l’imput per scrivere un nuovo libro da ben due anni. La moglie Alice decide di intraprendere un viaggio-vacanza verso Bright Falls, una cittadina sita tra montagne e fitti boschi, nella speranza di far tornare in Alan la vena creativa. Pochi momenti di tranquillità circondano il cottage da loro affittato, seguiti poi da un terrificante evento che vede Alice scomparire nel buio ed Alan costretto a vagare nel buio alla sua ricerca.
Ci troviamo di fronte ad un action/adventure in terza persona strutturato in sei capitoli dalla durata di un’ora e mezza ciascuno. La forte componente narrativa rende Alan Wake un thriller multimediale in grado di trasmettere al giocatore un forte senso di ansia e tensione ma non è l’unica caratteristica a renderlo tale. Precisando, le fasi di gioco si alternano dal giorno alla notte: alla luce del sole ci troviamo a discutere con i cittadini di Bright Falls mentre con il calar del buio combattiamo le oscure presenze che si celano nei boschi. Quest’ultimi, durante le fasi esplorative, sono illuminati da una sola fonte di luce ovvero la nostra torcia elettrica dalle pile limitate. Il giocatore è quindi costretto a girovagare per i vari percorsi montani nella speranza di arrivare sano e salvo in un punto, agevolandosi anche tramite generatori di luce sparsi qua e là lungo la strada. Vi domanderete perché questa fissazione per la luce?
Semplice, i nemici ne sono estremamente deboli e cercano di evitarla in tutti i modi possibili, schivandola o svanendo per poi ricomparire non appena torniamo nell’ombra. La pila, non è l’unico oggetto a tenerci compagnia, anche perché i nemici non si “tirano giù” soltanto puntandogli un fascio di luce in fronte: è indispensabile utilizzare anche armi convenzionali quali pistole,fucili, lanciarazzi da segnalazione, bengala, etc. La sensazione di non essere soli, durante le nostre camminate, e la coscienza di avere batterie e munizioni limitate ci spinge a puntare la torcia un po’ ovunque ed a procedere a passo di lumaca onde evitare trappole o imboscate di qualsiasi natura. Ad incrementare ancora di più questa atmosfera da brividi sono i fogli di un racconto, sparsi nelle varie ambientazioni, che rivelano cosa accadrà in futuro…senza però dirci il quando! Semplicemente geniale. Mentre ci domandiamo “chissà se è giunto il momento cruciale”, scopriamo che le creature notturne sono piuttosto intelligenti e soprattutto dannatamente agili. Queste infatti scompaiono e riappaiono, schivano e lanciano oggetti spesso non lasciandoci altra scelta se non quella di affrontarli anche quattro/cinque alla volta. Anche Alan però non è da meno, lui può giocare di velocità schivando gli attacchi nemici traducendo il gesto in uno scenografico slow motion in stile Matrix e contrattaccando immediatamente con torcia e pistola alla mano.
Dal punto di vista grafico, i ragazzi di Remedy hanno dimostrato grande maestria ed impegno. Artisticamente le ambientazioni, siano esse illuminate dal sole o dalla luna, sono particolarmente suggestive e dettagliate. La luce della torcia di Alan crea ombre dinamiche rendendo tutto più credibile in aggiunta alle animazioni del vento sugli alberi, dei polveroni a mezz’aria, dell’acqua, dei movimenti dei personaggi eccetto per quelle facciali un po’ sottotono. Degni di nota anche gli effetti particellari creati, tra questi: il fumo e le scintille provocate dai bengala o dalla "disintegrazione" dei nemici.
Gli effetti sonori di questo titolo riescono a creare la giusta atmosfera e sono accompagnati da brani di “fine episodio” di tutto rispetto oltre che da una localizzazione italiana ben recitata.
In conclusione, Alan Wake riesce a rapire il giocatore per tutti i suoi aspetti, correlato da una storia ricca di intrecci ed in grado di spingere il giocatore a saperne sempre di più. Nel corso dell’avventura si ha l’occasione di leggere molto, dialogare ed ascoltare tutte le curiosità di Bright Falls alternando le fasi action a quelle narrative. Ogni inizio capitolo è accompagnato da un breve riassunto di quello precedente, in pieno stile Alone in the Dark, senz’altro un’ottima feature per quando ci si dimentica qualche passaggio della storia, non definibile horror ma che suscita saggiamente un mix di emozioni, fino alla fine. I combattimenti, per quanto spettacolari alla lunga potrebbero diventare un po’ ripetitivi tranne se, aguzzando un po’ l' ingegno, non sfruttiamo i nostri oggetti con strategia. I misteri di Bright Falls ci hanno rapiti sin dal primo momento e non riusciamo più a fuggirne. Sarete voi a portare la luce nell’oscurità?
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