Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 21/08/2007
Attualmente riuscire ad apportare delle novità nel campo degli FPS non è un impresa da poco. Spesso questi giochi differiscono l’un l’altro unicamente per storia o grafica. Bioshock è l’espressione dell’ “ammodernamento” che gli sviluppatori dell’Irrational Games hanno apportato al genere raggiungendo un ottimo risultato.
Il gioco ci metterà nei panni di Jack, superstite di un disastro aereo, che scopre l’accesso ad una città subacquea chiamata Rapture. Quest’ultima si mostra al giocatore in stato di semiabbandono…Già, perché è ancora popolata dagli abitanti modificati geneticamente dall’assunzione dell’ADAM, una droga che dona poteri sovraumani.
Tuttavia non tutti si sono lasciati tentare da questa pericolosa sostanza: Atlas è uno di questi e ci aiuterà sin dal principio dell’avventura restando in contatto con noi tramite una radio. Ci chiederà di aiutarlo nella sua scalata verso la superficie per riabbracciare i familiari, ma non sarà un’impresa facile.
L’epoca in cui il gioco è ambientato, gli anni ’50, traspare dall’architettura delle varie stanze, dai cartelloni pubblicitari e dalle musiche. Tutto è così ben curato che ci sembra di esserci per davvero, pronti ad esplorare e scoprire tutti gli intrighi ed i colpi di scena nascosti.
Come prima accennato, Bioshock mescola diversi generi, degni ciascuno di una attenta analisi.
Oltre ad essere un FPS, sparatutto in prima persona, offre la possibilità di potenziare il personaggio con i poteri sprigionati dall’ADAM. L’uso delle armi è quindi combinato con quello dei poteri speciali. Non è esagerato affermare che si potrebbe terminare il gioco sfruttando soltanto queste particolari abilità. Il corpo di Jack possiede diversi slot divisi per categoria, modificabili a nostro piacimento. In questi è possibile inserire, ad esempio, bonus per la salute o di aumento del danno inflitto ai nemici, a seconda delle circostanze in cui si trova il giocatore. L’aspetto GDR del titolo si accentua ancora di più con la possibilità di modificare, nell’aspetto e nella funzione, le armi in appositi distributori dislocati nelle varie mappe. Tutto ciò a pagamento.
E’ possibile equipaggiare diversi tipi di munizioni, reperibili durante le fasi esplorative o prodotti tramite la fusione di diversi oggetti lasciati cadere dagli avversari. L’aspetto strategico appare evidente nella possibilità di scegliere diversi modi di agire durante gli incontri con i ricombinanti, ovvero gli abitanti di Rapture. Lanciare un plasmide, ossia i poteri a nostra disposizione, e mettere i nemici l’uno contro l’altro o sparare all’impazzata colpendo magari una bombola del gas per un effetto più “esplosivo”? L’aspetto puzzle invece costringerà il giocatore a raggirare torrette, telecamere di sicurezza e distributori di medikit a nostro vantaggio tramite un minigame a tempo in cui dobbiamo creare una conduttura di tubi. Infine, l’aspetto survival-horror reso da ambienti tetri, da nemici psicopatici e da rumori sinistri.
I protagonisti di Bioshock sono indubbiamente i Big Daddies e le Little Sisters.
I primi, impermeati da un’enorme tuta subacquea, sono i nemici più difficili dell’intero gioco: essi, veloci, resistenti e letali, proteggono le sorelline da chiunque gli si avvicini. Queste ultime invece, sono delle vere e proprie bambine modificate geneticamente per estrarre l’ADAM dai corpi dei ricombinanti per poi immagazzinarlo nel loro corpo. E’ davvero affascinante vedere queste due creature insieme, osservarle dialogare e volersi “bene”. Raramente assistiamo a cose simili in un gioco. Sconfiggendo un Big Daddy, il giocatore potrà scegliere se uccidere la bambina prendendosi tutto il suo ADAM o salvarla ed appropriarsi solo di una parte. Ognuna delle due scelte apporta un beneficio, e questo ve lo lasceremo scoprire.
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