Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 23/06/2008
“E’ questa la compagnia B?”
“E questo novellino da dove sbuca?”
“100 dollari che non arriva a giovedì!”
La serie Battlefield ritorna finalmente per console con un nuovo capitolo tutto da scoprire. Ha infatti suscitato così tanto interesse che la demo giocabile, rilasciata dai ragazzi della DICE ed EA, è stata presa letteralmente d’assalto.
Coloro i quali hanno avuto modo di provarla, soprattutto sulla Xbox 360°, avranno notato il fastidioso lag causato dal sovraffollamento dei server. Un risultato imprevedibile e che ha fatto storcere il naso a chi aveva anticipatamente previsto l’acquisto del gioco.
Bad Company , dal punto di vista tecnico, si presenta “diverso” rispetto agli altri FPS. Chi non ha mai sognato di demolire una casa intera con un rpg? Il concetto di “copertura” con B.C. è cambiato, lo scenario di gioco è così tanto devastabile che il giocatore può quasi radere al suolo interi villaggi. Di conseguenza, anche il sistema “offensivo” ha subito una notevole modifica perché se in un qualsiasi sparatutto si doveva necessariamente entrare dalla porta di un edificio per uccidere un nemico, adesso è possibile sfondare direttamente una parete e travolgerlo con un imminente effetto sorpresa.
Tali tattiche, aggiunte a scenari di gioco immensi ed alla possibilità di guidare, Hummer, carri armati, elicotteri, etc…sono il punto di forza, nonché le novità, di questo nuovo Battlefield. Gli effetti audio-visivi sono realizzati egregiamente, capiterà spesso di correre ai ripari sotto i colpi nemici e riuscire quasi a percepire dove questi termineranno la loro corsa. Una nota di merito va indubbiamente al dettaglio delle esplosioni, una cortina di polvere ci offuscherà la visuale e se la deflagrazione è avvenuta proprio a pochi passi dai nostri piedi udiremo anche un lieve disturbo all’audio simile ad un fischio. Bad Company è riuscito a coinvolgerci nella battaglia grazie ad un comparto audio di tutto rispetto, le armi emettono persino un suono diverso a seconda se vengono utilizzate all’interno o all’esterno di un edificio. Brillante ed a tratti comica è la storia della campagna in single-player. Vestiremo i panni della recluta Preston Marlowe, inviato nel bel mezzo di una guerra e destinato alla compagnia “B”, la delusione dell’esercito americano. In seguito ad una perlustrazione di routine, la squadra scoprirà una grossa quantità di lingotti d’oro in mano nemica e deciderà di disertare l’esercito per appropriarsi indebitamente di questa ricchezza. Le missioni sono piuttosto variegate e lunghe a causa della vastità del terreno di gioco. Spesso ci si ritrova a percorrere intere valli prima di raggiungere l’obiettivo, un’occasione in più per estasiarci di fronte ai meravigliosi paesaggi realizzati dagli sviluppatori. Le fasi di combattimento, invece, non soffrono di alcun calo di frame-rate nemmeno nelle situazioni più caotiche. Bad Company, abbandona il sistema di guarigione automatica, presente in quasi tutti i recenti FPS, e predilige la iniezione di adrenalina da utilizzare senza alcun limite nei casi estremi. Unica nota dolente del single-player sembrano essere proprio i nostri compagni di squadra, stranamente “immortali” e di poco aiuto durante gli scontri a fuoco contro le truppe nemiche.
Come detto sopra, l’altro “pilastro portante” di Battlefield: Bad Company è il multiplayer. Quest’ultimo prevede 8 mappe ed un sistema di accumulo di punti esperienza già noto ai fans di Call of Duty 4. Con l’avanzamento dei gradi sarà quindi possibile sbloccare nuovi equipaggiamenti e rendere così le sfide più competitive. L’unica modalità al momento disponibile si chiama Gold Rush. I giocatori vengono divisi in difensori ed attaccanti, i primi sono chiamati a difendere le casse d’oro sparse nella mappa mentre i secondi cercheranno di ottenere la vittoria conquistandole. Purtroppo non è possibile creare partite personalizzate e formare squadre da più di 4 giocatori, scelta che ha sollevato molte critiche sui forum di tutto il web.
Bad Company ha certamente portato una ventata di freschezza nel mondo degli sparatutto in soggettiva. Un’innovazione che non ha bisogno di una particolare abitudine da parte del giocatore, soprattutto per tutto ciò che concerne, ad esempio, i controlli. Questi, molto simili a quelli adottati per Call of Duty 4, riescono ad essere intuitivi anche per quei players che solitamente riscontrano difficoltà con questo genere di giochi. E' un acquisto da fare ad occhi chiusi, un titolo da custodire orgogliosamente nella collezione privata.
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