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BATTLEFIELD 3

Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 25/10/2011

Electronic Arts e DICE tornano in scena con uno degli FPS più attesi dell’anno, in un periodo dove i riflettori dei gamers sono puntati su ogni piccolo dettaglio. Capiamo insieme se questo titolo riuscirà a vincere, nel complesso, la  spietata concorrenza. La storyline di Battlefield 3 è incentrata sui flashback del protagonista, Henry Blackburn, messo alle strette ed interrogato da due agenti della CIA per presunta complicità in atti terroristici. Nel corso degli eventi, che rivivremo ovviamente in prima persona, si ha modo di viaggiare in territori realmente esistenti come Iran, Iraq, Francia ed America, coperti da compagni di squadra pilotati dalla IA. Una campagna della durata di poco più di sei ore, frastagliata, piuttosto lineare e con la presenza di quick time events, che richiedono la pressione dei tasti del pad nel momento giusto in sincronia con la loro comparsa sullo schermo. Dobbiamo ammettere – purtroppo – che, eccettuate alcune missioni, la trama non riesce a coinvolgere completamente, sia per la poca caratterizzazione dei personaggi che per i flashback un po’ troppo confusionari. E’ possibile ripercorrere una parte di quest’ultimi in modalità cooperativa con un amico online; il completamento di ogni missione farà guadagnare punti fino allo sblocco di armi e camo per la mimetica da utilizzare poi nel multiplayer vero e proprio.
E’ infatti l’online il cuore pulsante di Battlefield 3, che propone scontri fino ad un massimo di 24 giocatori sulla stessa mappa.  Andando per ordine, rimangono come dei punti saldi della serie le quattro classi selezionabili quale medico, ingegnere, supporto e ricognitore: ognuna di queste classi ha le proprie armi e specialità da sbloccare con l’esperienza maturata in battaglia ed è consigliabile provarle tutte per capire qual è quella più adatta al vostro stile di gioco. Anche carri armati, elicotteri e jet, se usati costantemente, permetteranno di sbloccare perks/abilità utili all’annientamento dell’avversario. Troviamo più che esauriente la possibilità data dagli sviluppatori di poter scegliere a quale server partecipare scegliendone, tramite filtri, area geografica, modalità, difficoltà, etc… Certo, rimane sempre la possibilità di selezionare un matchmaking più veloce ma se il nostro party si trova su un determinato server, basterà spostarsi sul  tab “amici” e sapere il nome della mappa in corso per mettersi in coda e joinare una volta liberatosi un posto. Le modalità a cui possiamo prendere parte sono: Corsa, Deathmatch, Conquista. La prima vede i giocatori difendere/attaccare le diverse stazioni M-COM, la seconda altro non è che il classico scontro tra due fazioni nemiche, mentre nell’ultima modalità i giocatori dovranno conquistare e mantenere le basi sparpagliate lungo tutta la mappa. Corsa e Deatmach presentano una sotto modalità “a fazione”, ovvero l’obiettivo è sempre lo stesso ma non vi sono due squadre da 12 ma più piccole da 4. Inoltre è possibile selezionare, sempre con i filtri del server browser, se giocare con una difficoltà normale o fanatico: quest’ultima eliminerà parte delle informazioni sull’HUD ed i proiettili si comporteranno in maniera più realistica a beneficio di una maggiore organizzazione di squadra….insomma, è piuttosto facile cadere giù sotto i colpi nemici.

Per implementare il Frostibite 2 gli sviluppatori hanno dovuto lottare a denti stretti contro i limiti delle console attuali. Sebbene fossimo coscienti del fatto che tutti gli spot ed i trailer visti finora mostrassero una grafica realistica da PC, rimaniamo comunque sorpresi dal lavoro svolto su mappe, personaggi e fisica in generale. Ottimi gli effetti di luce e particellari, e occorre osservare che alcune mappe, pur eccessivamente grandi, risultano tecnicamente soddisfacenti… forse un po’ meno “Il Confine sul Caspio”, che presenta aree un po’ troppo vaste che, in assenza di veicoli e ripari, mettono costantemente a repentaglio la vita dei giocatori. Anche la distruttibilità degli edifici gioca un ruolo non da poco, sia graficamente che dal punto di vista tattico:  più di una volta ci siamo ritrovati sottosopra a causa dei colpi di mortaio, o di quelli di un corrazzato, mentre tenevamo sotto mira i nemici da sopra un tetto.

Ad accompagnare il tutto vi è un comparto sonoro ad-hoc, con campionature fedeli e degne di essere ascoltate su un impianto dolby surround. Riteniamo che sia importantissimo, anche in questo genere di titoli, il fattore sonoro poiché permette al giocatore di avere la sensazione di essere lì tra i colpi del nemico, di sentire i propri passi e quelli della minaccia incombente. Anche il doppiaggio in italiano non presenta particolari “sbavature”, e vi è anche la possibilità di selezionarlo anche in lingua originale.
Battlefield 3 è un first person shooter piuttosto solido e divertente. I giocatori che prediligono l’offline rimarranno un po’ delusi dalla durata della campagna e dalla storyline un po’ confusionaria, probabilmente passata in secondo piano per dare maggior risalto alla vastità del comparto multiplayer. A differenza della concorrenza, questo titolo offre mappe che si sviluppano in ogni direzione con l’aggiunta di mezzi terrestri ed aerei per percorrerle in totale adrenalina. Il gioco di squadra, in tutte le modalità, è pressoché fondamentale al fine di portare a casa un buon punteggio e sbloccare nuove armi ed accessori. Geniale l’idea di poter disorientare i nemici con torce e laser innestati sui fucili, anche se l’effetto risulta un po’ esagerato quando non si è fisicamente al buio. Abbiamo apprezzato anche la schermata di selezione dei server e la possibilità di mettersi in coda quando i posti in partita sono tutti occupati. Purtuttavia si intravede una nota di demerito nei comandi per i veicoli aerei, inizialmente un po’ macchinosi: occorre la giusta pazienza per farli muovere nella giusta direzione. L’arrivo, a dicembre, delle nuove mappe/veicoli/armi è un incentivo in più per non farsi sfuggire Battlefield 3, above and beyond the call.

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