Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 01/03/2010
La compagnia “B” torna nuovamente in prima linea a due anni dal primo capitolo sviluppato dalla software house svedese DICE. Da tutti acclamato come l’anti-Modern Warfare 2, riuscirà Bad Company 2 ad impadronirsi del primo posto nelle classifiche mondiali? Nel 1944 l’esercito americano spedisce in avanscoperta alcuni marines nel Mar del Giappone alla ricerca di uno scienziato, autore di un progetto che potrebbe mettere in ginocchio il mondo in poche ore. Si tratta di una “bomba scalare”, un’arma che se attivata genera degli impulsi elettromagnetici così forti da distruggere le apparecchiature nemiche. Tutto sembra filare liscio, viene scongiurata una terza guerra mondiale e messe a tacere tutte le voci a riguardo. I nodi però vengono sempre al pettine ed a cinquant’anni dal ritrovamento dei documenti giapponesi, un leader russo ne viene misteriosamente a conoscenza cercando di impadronirsene. Ecco che entra in gioco la Bad Company più spericolata ed affiatata che mai, nuovamente pronta a manovrare i fili del destino dei territori occidentali.
La struttura di gioco ha subìto pochi cambiamenti rispetto al primo capitolo, tra questi: la possibilità di recuperare la salute con una breve pausa al riparo dai colpi nemici, in caso di morte bisogna ricominciare dall’ultimo salvataggio effettuato dal gioco, gli edifici sono totalmente distruttibili e collassabili su se stessi. Quest’ultima caratteristica è sicuramente quella che più dona un tocco di realismo ad uno sparatutto che tende ad una libertà d’azione “fittizia”. Le mappe di gioco infatti, specie quelle in single player, sono state un po’ ridotte a favore di una linearità incomprensibilmente più evidente: il giocatore infatti si deve limitare ad avanzare fino al punto indicato nella mappa da un marchio rosso rendendo l’esperienza di gioco un’avventura step by step. Nonostante la dimensione degli ambienti, la loro conformazione è sfruttabile in svariati modi. E’ quindi conveniente sparare con il fucile da cecchino da dietro una serie di rocce o da una elevata postazione nemica oppure armarci di F2000 o di pugnale e sfruttare la vegetazione boschiva come abili predatori. Bad Company 2 è anche sinonimo di “distruzione totale”: Nessun luogo è sicuro quando può essere abbattuto dai colpi nemici. Gli scontri a fuoco diventano più frenetici e gli ambienti devono essere studiati bene, data la loro precarietà. Ovviamente, tutto questo può essere sfruttato persino a nostro favore: pensate ad un edificio pieno di nemici, lo facciamo saltare in aria con del C4 o con un lanciamissili? Come dite? Con un carro armato? Perché no!
Il lato oscuro di questo titolo ci mostra alcune trascuratezze tecniche come la mancata intelligenza artificiale nei nemici, i quali si limitano ancora una volta a correre contro le nostre pallottole od a ripararsi e sparare sempre nello stesso punto. Anche il bilanciamento delle armi non sembra esser stato sottoposto a particolari attenzioni, in quanto a potenza, pistola e mitra sembrano identici.
I membri della nostra squadra non moriranno mai sotto i colpi dei “cattivi”, però rispetto al capitolo precedente si muovono con più disinvoltura e reagiscono meglio ai conflitti a fuoco. Meno male!
Rivisto e migliorato anche il comparto multiplayer, vera chicca di Bad Company 2.
Quattro le modalità che invoglieranno i giocatori a scontrarsi su vaste mappe devastabili: Conquista, Corsa, Corsa a squadre e Deathmatch.
Il sistema di esperienza suddiviso per classi permette di sbloccare armi ed abilità sempre più potenti ed utili e la presenza dei veicoli come aerei, quad, moto d’acqua etc.., che, se usati con strategia, possono cambiare le sorti di un match. Ottima la modalità chiamata “fanatico”, paragonabile alla “veterano” di Modern Warfare 2, che aumenta i danni inflitti/ricevuti dai giocatori rivali ed elimina la maggior parte delle informazioni sullo schermo per un esperienza più realistica.
Graficamente questo gioco riesce a sbalordire non poco grazie soprattutto al FrostBite Engine. Gli scenari ed i personaggi sono ricoperti da texture ad alta risoluzione mentre gli effetti volumetrici quali nebbie e polveri sollevate da esplosioni o spostamenti di vento sono semplicemente magnifici. Anche i giochi di luce, specie nelle mappe boschive, sono stati realizzati con cura ed accompagnati da una profondità del campo visivo che tocca il fotorealismo. Situazione analoga per il comparto sonoro, non vi è strettamente necessario un dolby surround per sentire i proiettili nemici mancarci di poco od essere colti di sorpresa dalle incessanti esplosioni a raffica dei mortai. Il nostro suono preferito è quello della ricarica del fucile di precisione, con tanto di bussolotto che “tintinna” una volta caduto sul pavimento. Oltre alle centinaia di campionature che rendono il design sonoro di Bad Company 2 unico, vi è un doppiaggio in italiano impeccabile. A renderlo degno di nota sono proprio i siparietti che si vengono a creare tra i membri della compagnia, stralci di ironia che sdrammatizzano bonariamente una storia non tanto originale …riuscendoci perfettamente.
Il lavoro svolto dalla svedese DICE è abbastanza lodevole. Certo, a parte le migliorie grafiche non ci sono stati moltissimi cambiamenti rispetto al primo capitolo riguardo alla giocabilità. A suo favore vi è un motore grafico di non poca rilevanza, sonoro mozzafiato, frame rate stabile ed una campagna in singolo davvero divertente. Gli amanti del genere FPS lo apprezzeranno ancora di più per il suo lato multigiocatore, dove impadronirsi della terra, dell’aria o del mare mediante i numerosi mezzi disponibili è solo la punta di un solido e longevo gameplay.
Non ci stupirebbe sapere che nelle prossime settimane Battlefield: Bad Company 2 avrà rubato lo scettro al suo “acerrimo rivale”. Chi ha detto che risate e pallottole non sono un’accoppiata vincente?
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