Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 03/04/2013
Quella che vi proporremo non è la solita recensione, bensì un’ode ad uno dei titoli più belli giocati da numerosi mesi a questa parte. Bioshock Infinite è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi del giocatore, trascinandolo in un vortice di sensazioni da vedere e da ascoltare. Vi è mai capitato di giudicare un titolo sin dalle prime battute e marchiarlo come “epico” man mano che la storia prendeva forma? Ecco, il nuovo frutto di Ken Levine è uno di questi. Fidatevi. Booker DeWitt, l’investigatore privato che impersoniamo, viene ingaggiato per recuperare una misteriosa ragazza nella città di Columbia al fine di pagare i suoi debiti dovuti al gioco d’azzardo. Niente più ambienti claustrofobici sottomarini: Columbia è una fantastica cittadina fluttuante tra le nuvole, costruita dal governo americano e successivamente dichiaratasi indipendente. Passeggiando lungo le ampie strade ed i giardini è possibile percepire la devozione dei cittadini per il leader spirituale Zachary Comstock, tastare con mano la profonda differenza tra le classi sociali e lasciarsi trasportare dalla vitalità che scorre nelle vene di Elizabeth, la ragazza che cambierà il corso degli eventi.
Vogliamo sottolineare come Columbia non sia soltanto un’ambientazione a sé stante: artisticamente parlando non abbiamo mai visto qualcosa di così affascinante in un videogioco. È una bomboniera steampunk dove tutto è meccanicizzato e fluttua come una barca alla deriva, intrecciandosi con le grosse aeronavi di linea che scorazzano mastodontiche ed indisturbate tra i tetti appuntiti degli edifici e le imponenti statue angeliche. Unico nel suo genere, Bioshock Infinite non dimentica alcune componenti basilari del suo gameplay e dello storytelling. È ancora possibile, infatti, recuperare un pò ovunque i famosi nastri lasciati da npg, marginali e non, per ascoltare le loro memorie, le impressioni e le confidenze della loro vita. Anche il gameplay rimarca il passato mantenendo le meccaniche di un puro first person shooter. Booker può contare su un discreto numero di armi, tutte potenziabili nelle loro statistiche, anche se un adeguato uso della magia rende più strategici gli scontri a fuoco. I Vigor, ovvero le abilità principali del protagonista, possono essere quasi sempre utilizzati in due modi distinti e separati: scagliarli contro l’obiettivo o creare delle apposite trappole a terra, pronte a scattare non appena il nemico vi mette un piede sopra. Quando le distanze si accorciano è invece necessario utilizzare lo Sky-Hook, un particolare uncino adatto per il corpo a corpo nonché strumento utile per spostarsi tra i numerosi binari che separano i vari isolotti di Columbia. Un’altra novità riguarda l’equipaggiamento di Booker; sparsi nelle aree di gioco vi sono, infatti, dei capi d’abbigliamento in grado di conferirgli ulteriori poteri. Bioshock Infinite è un titolo che, nonostante la sua linearità, ha molto da offrire al giocatore in termini di esplorazione. Questa componente è a dir poco fondamentale non solo per quanto concerne la trama (ricordate i nastri citati ad inizio articolo), ma soprattutto per le munizioni, grimaldelli, pozioni e soldi disseminati un pò ovunque e credeteci…non bastano mai! Alla fine c’è lei, Elizabeth, al centro di tutto e tutti: una compagna di viaggio viva, emotiva, espressiva e mai d’intralcio. Un personaggio decisamente autonomo ed in grado di avvertire il pericolo nascondendosi dal fuoco nemico, che richiama la nostra attenzione con commenti sempre azzeccati e ci rifornisce di oggetti utili quando siamo alle strette.
Salvo che non giochiate a livello difficile o 1999, i nemici di Bioshock Infinite non sono particolarmente ostici e tutto sommato nemmeno quelli “particolari”, ovvero i sostituti del vecchio Big Daddy. Generalmente questi piombano sulla scena ad ondate e di tanto in tanto si muovono per l’area di gioco in cerca di un riparo; questo discorso ovviamente non vale per i “patrioti meccanizzati” o gli “handyman”, che forti di una resistenza più alta ci si scagliano addosso con tutta la loro potenza distruttiva. Non esistono più le “camere della vita” in caso di morte, piuttosto adesso la partita viene ricaricata esattamente qualche metro prima dello scontro. Bioshock Infinite non è comunque esente da piccoli problemi di tearing o rallentamenti ma sono nulla paragonato al mastodontico impegno svolto dai suoi sviluppatori. La storyline stessa, per quanto semplice possa sembrare all’inizio, prende lentamente una piega bizzarra e decisamente movimentata trascinandovi in un finale mozzafiato, che sicuramente vi spingerà a rigiocare il titolo per comprenderne al meglio il significato. Vi abbiamo già parlato delle maestose ed imponenti ambientazioni di Columbia, fregiate da giochi di luce contrastanti, monumenti sacri e manifesti dedicati a Comstock. Una realtà fluttuante che pone più di una volta di fronte a scelte o pensieri moralmente giusti o sbagliati, a differenze razziali e schiavitù, religione e miscredenza, passato e futuro. Un titolo che sembra voler comunicare tante, forse troppe cose e ci riesce anche grazie ad un comparto sonoro di prim’ordine: i dialoghi sono completamente tradotti in italiano ed abbastanza credibili mentre la colonna sonora fa sentire la pelle d’oca sin dalle prime battute, assumendo ritmi più movimentati durante gli scontri con i nemici. Se c’è un gioco che vale la pena prendere in considerazione ad occhi bendati, questo è Bioshock Infinite. Non farlo sarebbe un’eresia.
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