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DEAD SPACE

Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 13/10/2008

Non è sempre facile ricreare nel mondo videoludico emozioni reali come la paura, l’angoscia, l’adrenalina. Spesso si rischia di cadere nel banale, un po’ come le case stregate delle giostre cittadine. EA Redwood Shores ha saputo sfruttare tutte le risorse in suo possesso e sviluppare un survival – horror davvero degno della categoria, scopriamo come!
La storia di Dead Space è incentrata su una nave mineraria: la USG Ishimura. Da giorni questa astronave mineraria è stranamente isolata da ogni tipo di contatto. Il nostro alterego, un ingegnere spaziale di nome Isaac Clarke, deve soccorrere la nave in questione insieme ad altri due colleghi. Le cose iniziano a precipitare sin dai primi momenti, quando ci vediamo costretti ad un atterraggio di emergenza nell’hangar della Ishimura. Un breve dialogo ed un’occhiata all’ambiente circostante bastano a farci capire che dell’equipaggio non è rimasto molto e terribili creature ci separano dal resto del gruppo.

Come sempre siamo dell’opinione che i “particolari” rendono un gioco unico e senza ombra di dubbio originale. Dead Space ne ha in abbondanza, quelli più evidenti ci accompagnano per tutta la durata del gioco. Ingame infatti non troviamo una minima traccia di HUD, ogni statistica quale visualizzazione del livello di salute, di ossigeno, munizioni rimanenti, etc…sono rappresentati ed evidenti sulla RIG, ovvero la tuta spaziale del nostro personaggio. Le comunicazioni così come il menù dell’inventario sono rappresentati da un ologramma in tre dimensioni restando quindi in tema con quello che è l’ambiente tecnologico del gioco.
Fatta questa premessa, si comprende che il titolo è giocabile solo con visuale in terza persona leggermente decentrata verso sinistra per favorire la mira durante gli scontri a fuoco.
Una delle più truculente features di Dead Space è la capacità, da parte del giocatore, di smembrare letteralmente i nemici con armi più o meno convenzionali. Per i gamers ordinari la classica pistola laser ed il mitra ma per chi ama “ripulire” le zone della Ishimura con stile allora basterà una sega circolare o un potentissimo fucile laser. Ogni “strumento di lavoro” ha due modalità di fuoco: il mitra può sparare normalmente a raffica ma se si è circondati da nemici, può anche far fuoco a 360° indifferentemente senza che Isaac si debba necessariamente muovere su se stesso. Quindi, ogni combattimento risulta sempre diverso ma allo stesso tempo molto violento poiché per rallentare alcuni nemici si ha la necessità di recidergli gli arti inferiori o decapitarli. Là dove lo scontro diretto non ha i risultati desiderati, è possibile usufruire di due poteri: la stasi e la cinesi. La prima permette di rallentare qualsiasi oggetto in movimento, che sia una porta automatica guasta o un mostro superveloce mentre la seconda è ottima per attrarre un qualsiasi corpo estraneo a noi e successivamente scagliarlo altrove. Non ci troviamo di fronte a dei poteri “isolati”, nel senso che possono essere utilizzati o meno a seconda del nostro stile di gioco, ma spesso sono estremamente utili per risolvere gli “scorrevoli” enigmi del gioco.
Dislocati in alcuni settori della nave vi sono dei negozi dove poter acquistare con i crediti, racimolati qui e lì per i livelli, nuovi item oppure migliorare il proprio equipaggiamento tramite altri appositi terminali. Gestire bene quali parametri perfezionare significa avere un’opportunità in più di sopravvivenza nelle fasi critiche del gioco.
I nemici tenteranno ad ogni costo di circondarci o spingerci verso gli angoli, alcuni di questi sono davvero imponenti e di conseguenza lenti nei movimenti, altri invece correranno come forsennati nell’intento di scagliare contro di noi la loro ira.
In determinate aree saremo poi sottoposti alla gravità zero, con la pressione di un tasto potremo muoverci senza troppe difficoltà da un punto all’altro fluttuando o contare i secondi d’aria rimanenti quando ci ritroveremo a camminare nello spazio aperto e quindi senza ossigeno.

La veste grafica di Dead Space lascia davvero senza fiato. Riprodurre ambienti interni senza cadere nella ripetitività non è un’impresa facile, eppure EA Redwood Shores li ha realizzati con estrema cura. I giochi di luce riescono a “isolare” il giocatore dal mondo, dandogli una sensazione di panico man mano che ci si addentra in nuove locazioni. Sarà la torcia della nostra arma a farci compagnia e rivelarci i lati più truculenti o incantevoli dello spazio, ricco di pianeti e piogge di meteoriti. La stessa cura è fondamentalmente applicata anche al nostro eroe, zoppicherà in fin di vita e respirerà affannosamente in mancanza di ossigeno…tutto con estrema realtà. La riproduzione delle armi e le loro meccaniche rendono ancora più accattivante il loro uso, forte del fatto che il motore grafico riesce a gestire il tutto senza cali di frame-rate anche nei momenti più trafficati.
In un gioco del genere, il comparto audio deve essere un pilastro portante e senza troppi indugi, quello di Dead Space è da lodare. In ogni angolo si può celare di tutto, ecco perché la maggior parte delle volte ci si ritrova a camminare lentamente e con l’arma già puntata verso il nulla. E’ possibile udire rumori sinistri in continuazione, e “collassare” quando un nemico frantuma una conduttura comparendo all’improvviso. Come nei film splatter che si rispettino, il suono delle armi è molto credibile…non da meno quello emesso dalle creature maligne mentre vengono letteralmente fatte a pezzetti.
In conclusione, Dead Space è riuscito davvero a sorprenderci. Sono pochi i titoli che trasmettono emozioni forti, crude e affascinanti allo stesso tempo. Per tutti coloro che non hanno ancora avuto l’occasione di provarlo ma hanno giocato ai primi capitoli Resident Evil, capiranno subito di cosa stiamo parlando. Questo titolo è un contenitore di idee, godibili in circa 14 ore, e che colpisce il giocatore per la sua originalità e cura per i dettagli. Può essere rigiocato con diversi livelli di difficoltà di cui uno per veri sadici. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, lo spazio non è come si vede in tv…  

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