Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 25/05/2012
In un periodo colmo di eventi videoludici importanti, Capcom si fa largo tra i titoli tripla A con Dragon’s Dogma, gioco di ruolo fantasy su struttura open world. Scopriamone insieme pregi e difetti. La storyline ci conduce dritti nel vasto regno di Gransys, dove da tempi immemori gli eroi, noti come Arisen, lottano per la salvezza della popolazione. Proprio mentre uno dei cavalieri sta per porre fine alla vita di un dragone accade qualcosa che non ci è dato sapere, almeno non in quel momento. Successivamente un’imponente dragone emerge dalle nubi minacciando morte e distruzione in un villaggio costiero, lì dove appare per la prima l’eroe che in seguito controlleremo, pronto a sguainargli contro la spada. Il dragone lo afferra con forza e gli sottrae il cuore portandolo via con sé; miracolosamente il nuovo Arisen è ancora vivo ed in grado di parlare telepaticamente con la bestia leggendaria, consapevole di dover affrontare una difficile avventura per sconfiggerla definitivamente.
Conclusosi il prologo, si apre, a disposizione del giocatore, un corposo menù di personalizzazione estetica del personaggio principale seguito da quello di scelta della classe. Inizialmente si può scegliere solo tra arciere/mago/guerriero ed ognuna di queste incorpora un sistema di rank che permette di sbloccare nuove abilità ad ogni level up. Ovviamente per “livellare” occorre spendere del tempo nelle pianure di Gransys o portare a termine le numerose quest secondarie o principali.
Prima di parlare del sistema di combattimento vero e proprio e della fauna che andiamo a sterminare è giusto comprendere che affrontare l’avventura da soli è a dir poco un’idea folle. Vi sveliamo quindi una delle interessantissime novità implementate dagli sviluppatori: le pedine. Queste non sono altro che soldati provenienti dalla “Faglia” privi di volontà propria ed estremamente fedeli all’Arisen. Capiamoci, non sono dei semplici membri di un party ma qualcosa di personale, perché ognuna di esse è stata creata da un giocatore online e possiede le proprie caratteristiche estetiche e comportamentali e specifiche abilità. Ad inizio gioco, successivamente alla creazione dell’Arisen, viene data la possibilità di creare anche una pedina che nel corso del gioco è possibile plasmare secondo i nostri gusti e stili di gioco. Tale compagno (o compagna) può poi essere evocato, in qualsiasi momento, nel mondo di un altro giocatore online per aiutarlo nelle sue imprese. La sua scomparsa dal nostro schermo è subordinata alla nostra volontà; può infatti essere duplicata in un altro mondo ed al suo ritorno portare con sè esperienza, item raccolti, informazioni su aree della mappa e cristalli della faglia. Tali pietre, contrariamente alla classica moneta di gioco, servono per reclutare un massimo di tre pedine all’interno della Faglia, selezionandone livello, classe ed abilità tramite appositi filtri.
Massima scelta, questa è la prerogativa vincente per quanto concerne la creazione del gruppo: un Arisen guerriero può reclutare tre pedine della medesima classe per maggiori danni da mischia o affidarsi alle mani di uno stregone, una curatrice ed un arciere. Inoltre, i nostri compagni di avventura non si limitano soltanto ad eseguire i comandi da noi impartiti ma dialogano con noi durante il viaggio, raccolgono oggetti per noi, ed interagiscono tra di loro o con alcuni elementi dell’ambiente circostante rendendo le battaglie sempre dinamiche.
Il team di sviluppo ha voluto puntare con impegno a rendere i combattimenti quanto più spettacolari possibile. Gli scontri avvengono in tempo reale e non capita di rado di incontrare lungo la strada mostri dalle notevoli dimensioni vagabondare attorniati da altri di piccola taglia. Chimere e grifoni, ad esempio, sono alcuni dei mostri mitologici presenti nel mondo di gioco e, data la loro mole, talvolta occorre “scalarli” per colpirli meglio. Avete capito bene, il combat system prettamente hack and slash permette al giocatore di trattenere a sè per qualche momento il nemico, permettendo ad una pedina di sferrare l’attacco finale, o di arrampicarsi sui mostri più grandi e colpirli nei punti più sensibili. A questo tipo di strategia segue una reazione logica del nemico, il quale cerca in ogni modo di scaraventarvi giù dalla groppa o dal braccio nel peggiore dei modi possibili.
Per sopravvivere nelle terre di Gransys non bastano soltanto le pedine e le abilità di classe ma anche il giusto equipaggiamento. La quantità di item collezionabili e combinabili è davvero alta così come le armature e le armi trovabili nelle casse sparse per la mappa o in vendita presso gli npc mercanti. In merito, ogni classe ha delle restrizioni e di conseguenza un assassino non può utilizzare una staffa e lanciare magie ed un mago non può usare una spada a due mani. Per venire incontro ai giocatori perennemente indecisi, in qualunque momento è possibile cambiare la propria classe, spendendo cristalli della faglia, o ritornare in quella precedente senza perdere i rank e le abilità guadagnati.
Tecnicamente ci si trova dinnanzi ad un titolo con diversi alti e bassi: durante le normali sessioni esplorative o nei combattimenti non è difficile imbattersi in screen tearing o pop-up di cose e persone. Anche le texture di cui sono composti i personaggi e le loro armature soffrono di una bassa risoluzione, riscontrabile palesemente durante le scene d’intermezzo, oltre ad un antiestetico problema di compenetrazione poligonale, che spesso si propone non appena si indossano particolari tipi di equipaggiamento. Trascuratezze che certo non passano inosservate nonostante sia evidente lo sforzo posto nel level design di tutto ciò che Dragon’s Dogma offre. Infatti, se proprio si vuole chiudere un occhio su tali nei, è facile perdersi nei contesti offerti dal titolo. Il ciclico trascorrere dei giorni, l’alternarsi della luce del mezzogiorno a quella della luna, riesce ad emozionare, grazie a meravigliosi scorci che spesso accompagnano il viaggio dell’Arisen.
Credibili le animazioni dei personaggi e delle belve che popolano le lande di Gransys, così come sono imponenti e maestosi gli incantesimi castabili su di essi con effetti luce e particellari lodabili. La colonna sonora non spicca per particolare originalità; anzi, lascia molto spazio agli effetti sonori ambientali. I dialoghi sono in lingua originale sottotitolati in italiano.
A nostro parere Dragon’s Dogma è un titolo molto ambizioso ma con diverse lacune che indicano una certa trascuratezza da parte del team di sviluppo, come se il comparto tecnico fosse poco rilevante ai fini dell’esperienza di gioco. Non solo, tirando le dovute somme, anche la trama principale risulta poco avvincente per via di un Arisen anonimo e taciturno, poco caratterizzato. Abbiamo menzionato più volte la grandezza della mappa; sappiate che occorrono svariati minuti per arrivare da un punto all’altro: non esistono cavalcature e l’unico modo per viaggiare velocemente è tramite i costosi cristalli del teletrasporto. Tuttavia il sistema delle pedine rende Dragon’s Dogma davvero unico e vi sono tantissimi posti da esplorare, mostri epici da sconfiggere ed una storyline da completare in una trentina di ore. Non possiamo negarvi che anche un frammento del nostro cuore è stato rubato dal drago e tutt’ora stiamo combattendo per riaverlo indietro… Siete pronti a seguirci?
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