Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 28/10/2008
Quando le console di nuova generazione non erano ancora in voga, un RPG spadroneggiava tra i tanti titoli per PC: Fallout. Questa serie, dopo diversi anni, è passata in mano agli sviluppatori della Bethesda Softworks rispolverando così un tesoro di inestimabile valore.
La prima parola che il filmato introduttivo suggerisce è guerra.
Nel 2077 le nazioni mondiali, indebolite da incessanti guerre, decidono di sconfiggere i propri avversari servendosi di testate nucleari. Il risultato di questa strategia stupida e irragionevole è lo scenario macabro di un pianeta ridotto in un cumulo di macerie lasciando l’umanità senza speranza di sopravvivenza a causa delle radiazioni.
I superstiti rimasti illesi si stabiliscono in bunker sigillati chiamati Vault. Queste roccaforti, atte quindi a proteggere la razza umana, costituiscono un “mondo alternativo” dove gli individui vengono addestrati sin dalla nascita a determinati comportamenti. La nostra esperienza nel Vault 101 inizia proprio nei primi anni di vita, ed infatti lì scopriamo che nostra madre non è sopravvissuta al parto e che nostro padre altri non è che uno scienziato che ha in corso un grosso esperimento.
L’introduzione ci consente di scegliere il nome ed i tratti somatici del nostro personaggio mediante un editor ben dettagliato.
Gattonando goffamente, iniziamo a prendere confidenza con i controlli e tramite un piccolo libro illustrato possiamo scegliere quali caratteristiche aumentare al nostro alter-ego. Gli anni passano in fretta, così ci ritroviamo abbastanza maturi da poterci permettere un PIPBOY 3000. Questo bracciale serve a monitorare le nostre abilità, armi, mappe, missioni ecc…
Non appena riusciamo a comprendere le meccaniche base di gioco, scopriamo che il Vault è in stato di allarme a causa della fuga di nostro padre. Armandoci di buoni propositi, raccogliamo il necessario dalla nostra cameretta ed usciamo per la prima volta dal Vault accedendo così alla Zona Contaminata.
Desolazione e paura sono le emozioni che suscita la visione della vastissima zona deserta. Alcuni edifici si ergono in lontananza consolandoci del fatto che non siamo poi così tanto soli in quel mondo cupo.
Come in Oblivion, anche qui abbiamo a che fare con una storyline non lineare e centinaia di sub-quest da svolgere a nostro piacimento. Il campo di gioco, estremamente vasto, è come un dolce da assaporare pezzo per pezzo. Inoltre l’allineamento del personaggio è un’altra caratteristica da non trascurare perché, come abbiamo imparato in altri titoli, può portarci dei vantaggi/svantaggi. In Fallout 3 il personaggio principale viene constantemente messo alla prova con decisioni non sempre semplici; scelte che alle volte possono sembrarci “buone” in realtà non lo sono facendoci così guadagnare un cattivo karma. In tempi in cui la sopravvivenza fa da padrona, si sa, non si può agire sempre come dei santi e così razzìe ed uccisioni per qualche tappo, la moneta locale, diventano all’ordine del giorno.
L’esplorazione quindi diventa una costante fonte di sostentamento,perché grazie ad essa possiamo trovare nuove armi, oggetti per costruircene di nuove,per congegnare altre armature, e soprattutto tappi. Questi ultimi sono fondamentali per i baratti che compiamo con i diversi mercenari sparsi per il mondo o per consentirci di riparare i nostri averi ormai logori a seguito delle incessanti battaglie nella Zona Contaminata.
Acquistare questo titolo pensando che si tratti di un normalissimo FPS è un grande errore.
Fallout 3 è in piccola parte un FPS ma principalmente un RPG con una forte componente FREE ROAMING. Ogni singola arma è collegata ad un’abilità specifica che se non sviluppata in maniera sufficiente determina drasticamente l’esito del combattimento; per esempio, se la nostra abilità nei fucili è scarsa, risulta davvero difficiile infliggere un head-shot al nemico. Gli scontri a fuoco avvengono principalmente consumando un certo numero di punti azione e calcolando i valori delle nostre skill, delle nostre armi e della distanza. Tale sistema, chiamato Vault-Tec Assisted Targeting System, permette di fermare il tempo di gioco e scegliere quale parte del corpo del nemico attaccare. Ogni arto infatti corrisponde ad una percentuale, più questa è alta e più probabilità vi è di infliggere una lesione grave al rivale, disarmandolo, rendendolo zoppo o confuso. Ovviamente, anche il corpo del nostro alter-ego può subire menomazioni gravi e multiple costringendoci, nel caso in cui non avessimo medicinali, a trovare un luogo sicuro dove riposare.
Qualche riga sopra si è accennato il termine “sopravvivenza” che in un epoca post-atomica non è per niente cosa da poco: qualsiasi cosa mangiamo, beviamo o tocchiamo è contaminata. Per questo, bisogna prestare attenzione anche ai medicinali che assumiamo per cercare di abbassare il livello di radiazioni nel nostro corpo perché potrebbero causare una dipendenza. Già, come se non bastasse, vi sono delle droghe in grado di regalare bonus temporanei come il recupero immediato dei PA o la riduzione dei danni inferti, ma allo stesso tempo creano una dipendenza curabile solo da un oneroso dottore.
Il motore grafico di Fallout 3, lo stesso di Oblivion seppur ottimizzato, rende ottimamente gli scenari devastati, le città deserte e lande popolate da creature ostili. Osservare quel poco che è rimasto di Washington DC con le esatte locazioni degli edifici è un davvero un colpo d’occhio. L’HUD è molto semplice e “pulito” con la giusta segnalazione dei punti vita/punti azione ed una bussola ad indicarci la giusta direzione. Inoltre, la visuale può essere switchata in prima o terza persona a seconda delle preferenze del giocatore.
L’interazione con gli NPC è regolata da una serie di risposte che possiamo fornire in modo da rendere i dialoghi più interattivi ed in alcuni casi trarne delle informazioni importanti per lo svolgimento di una missione.
Effetti sonori nella norma mentre è ottima la colonna sonora che varia di ritmo a seconda della “sicurezza” del luogo in cui ci troviamo. Un grande punto a favore va alla intera localizzazione del gioco in italiano.
In conclusione Fallout 3 è un gioco per tutti i gamers che amano sfidarsi in un contesto nuovo, diverso da quello offerto da altri titoli. Le ambientazioni desolate ed i pochi umani che le popolano sembrano ricordarci ad ogni passo cosa sia veramente capace di fare l’uomo: distruggere.
Il gameplay ricco e la storyline profonda assicurano una longevità di gioco elevata ma non sempre alla portata di tutti. Chi è alla ricerca di un titolo immediato e lineare dovrà puntare su qualcos’altro.
Rimanere vivi nella terra di nessuno non sarà facile…
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