Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 17/12/2009
Discusso ed ammirato, il tredicesimo capitolo della saga fantasy più famosa al mondo è giunto tra le nostre mani. Un titolo dalle molteplici sfaccettature e che si presta a contrastanti commenti. Non pochi hanno criticato le scelte azzardate dal suo “padrone”, Square Enix, ed altri gli riconoscono di rappresentare un lascia passare per i neofiti che intendono accostarsi a questo genere che non passerà mai di moda. Vediamo insieme di cosa si tratta. Quando parliamo di un signor JRPG non possiamo far altro che mettere in primo piano, ancora prima del gameplay, la sua trama. Chi gioca un titolo fantasy si aspetta con fermezza una storia coinvolgente, piena di intrecci e di colpi di scena. Se questa viene meno allora bisogna basarsi su altre caratteristiche ma il gioco risulterebbe indubbiamente “scarno”.
L’ultima produzione di Square Enix ci catapulta di fronte a due regni completamente diversi tra di loro: Cocoon e Pulse.
Il primo, civilizzato e ipertecnologico, è un pianeta orbitante costruito proprio sopra le terre selvagge del secondo. Entrambi però sono governati dai Fal’Cie, creature divine in grado di schiavizzare gli esseri umani in L’Cie. Tale “pratica” permette di ricevere dei poteri magici ma anche una maledizione: se le missioni imposte dai Fal’Cie non sono condotte a termine si viene trasformati in una sorta di zombie chiamati Cie Corpse, in caso contrario si viene premiati con la vita eterna…..con la piccola clausola di venire tramutati in cristalli! Neanche a dirlo, i protagonisti sono marchiati a pelle dalla maledizione ed insieme intraprendono il viaggio per romperla e per compiere questioni personali in sospeso. Trattati come appestati dalla popolazione civile “sana”, seguiamo le vicende della giovane soldatessa Lighting, del padre di famiglia di colore Sahz, del piccolo timido assetato di vendetta Hope, della giocherellona Vanille, dell’auto-proclamato eroe Snow e della giovane e bella Fang.
La storyline coinvolge da subito per il semplice motivo che spesso ci vengono cambiati i membri del party così da svelarne i background e fornirci più punti di vista su ciò che accade. Ogni personaggio combatte la maledizione in un modo e con uno scopo diverso dagli altri, ed è proprio così che i fili che formano questa avvincente storia s’intrecciano fino a farci innamorare di ognuno di loro.
Quando sopra si è parlato di scelte più o meno criticate dai videogiocatori, ci siamo riferiti a quelle strategie per le quali Square Enix ha optato sotto il profilo del gameplay. Sebbene i vecchi capitoli della saga ci hanno abituati a vaste sessioni esplorative ed a numerosi extra da scoprire, adesso non è più così…o quasi.
Sin dalle prime battute di gioco ci accorgiamo che qualcosa è cambiato - lasciamo a voi la facoltà di dire se in meglio/peggio - le ambientazioni si sono ristrette di molto: così tanto da solcare uno spinto senso di linearità. Cosa ne è stato delle città da visitare e dell’esplorazione di nuove terre alla ricerca di negozietti sparsi per crearsi il proprio devastante equip?
Sintetizzato, già, nonostante il gioco sia “distribuito” su tre dvd, gli shop sono stati “comodamente” inseriti nei punti di salvataggio mentre le missioni secondarie limitate alla fase finale del gioco.
Originale ed innovativo, il combat system mantiene alcune caratteristiche classiche della serie ma al contempo ne presenta di più moderne, frenetiche, dinamiche. Abbiamo un grande ritorno della barra ATB che, per chi non lo sapesse, scandisce il tempo dei nostri attacchi: a seconda della loro potenza quest’ultimi possono consumare una o più tacche della barra la quale, successivamente, torna a ricaricarsi. Rispetto al passato possiamo comandare soltanto un solo membro del party, il Leader, mentre i restanti combattono di propria iniziativa…ma non troppo. Prima di elogiare la buona IA che gestisce i nostri alleati durante gli scontri, occorre far luce su due sistemi fondamentali riguardanti l’evoluzione dei personaggi. E’ vero che combattono “soli” al nostro fianco ma siamo noi a dirgli “come farlo”. I punti esperienza sono stati sostituiti dai cosiddetti punti cristallo che serviono a sbloccare nuove abilità/tecniche/stats in un’apposita “rosa” chiamata Cristallium. Questo schema con il progredire della storia, si amplia permettendoci di sbloccare nuovi poteri per ognuna delle sei classi di gioco.
Le specializzazioni comprendono: Attaccante ed Occultista per causare rispettivamente danni di natura fisica e magica, il Terapeuta provvede a curare il party, il Sinergista potenzia gli status, la Sentinella fa da “scudo” per i compagni ed il Sabotatore altera lo status dei nemici. Iniziato uno scontro, possiamo in qualsiasi momento mutare la classe di un personaggio a nostro piacimento. Questo sistema, chiamato Optimum, ci permette di sfruttare le situazioni a nostro vantaggio aggiungendo un pizzico di strategia che non guasta mai. Se ad esempio ci ritroviamo con un party comprendente tre Attaccanti ed il nostro nemico sta avendo la meglio, possiamo richiedere ad un alleato di coprirci le spalle come Sentinella mentre ad un altro di comportarsi da Terapeuta per curarci così che noi possiamo attaccare tranquilli. Esistono ventuno combinazioni di Optimum ed usare sempre le stesse è un rischio, specie quando il nemico supera i dieci milioni di punti vita. Fanno sfoggio della loro potenza distruttiva anche le evocazioni, Esper, le quali ci salvano spesso in situazioni difficili. Infine, ma anch’essa fondamentale, la barra di “crisi” dell’avversario: più colpi gli infliggiamo più questa aumenta facendoci causare, al suo apice, più danni possibile.
Raramente ci troviamo di fronte dell’arte in movimento, eppure tecnicamente Final Fantasy XIII riesce a sfoggiare il meglio di questa generazione. L’ambientazione sci-fi spezzata a tratti da splenditi paesaggi rurali è ricca di colori sgargianti e di un fascino per l’appunto fantastico, non esistono altri termini per descriverlo. Anche l’aspetto dei personaggi e dei mostri, alcuni davvero imponenti, sono stati realizzati con cura rendendo altresì i combattimenti un frenetico miscuglio tra luci, effetti visivi ed animazioni coreografiche. Unico neo è la compressione dei filmati in CG che risultano un po’sgranati in alcune risoluzioni, ma in ogni caso godibili e spiazzanti per la loro bellezza artistica. In una simile produzione la colonna sonora non può che eccellere ed essere d’atmosfera, ottimo anche il doppiaggio in inglese con tanto di corretta sincronizzazione del labiale.
Non avremmo mai voluto dirlo, ma Final Fantasy XIII o lo si odia o lo si ama. Le scelte degli sviluppatori non saranno probabilmente condivise dai più nostalgici ma questo non vuol dire necessariamente che bisogna accantonarlo. La svolta innovativa del titolo può essere considerata come un trampolino di lancio per i futuri capitoli. Ci sarebbe piaciuto avere maggiore libertà di movimento nell’esplorazione degli ambienti ma siamo rimasti catturati da una trama davvero originale e dal nuovo sistema di combattimento che ci ha permesso di gestire il nostro team di eroi in maniera sempre diversa, con un pizzico di tattica e senza rimpiangere il classico sistema a turni. Inizialmente può far rimanere straniti, ma con il trascorrere delle ore lo apprezzerete senza dubbio in ogni sua particolarità. Pronti per una nuova avventura?
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