Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 27/07/2011
Ubisoft stuzzica le nostre manie onnipotenti con un God Game dettagliato, innovativo e molto, molto ispirato dal punto di vista artistico. Continuate a leggere per saperne di più! Il giocatore impersona “l’anelito” , uno spirito in grado di manipolare la natura ed aiutare un'antica tribù a ripopolare i territori che il titolo gli offre, circa una dozzina. Bisogna giocare, nel vero senso della parola, con gli elementi della natura e rendere meno impervia la strada verso i portali ai nostri cari indigeni. Per fare ciò occorre raccogliere sabbia in quantità e deviare il corso dei fiumi, utilizzare la lava per creare dei muri solidi oppure impiegare l’acqua per spegnere incendi. Fin qui si tratta solo di modificare il terreno per giungere ad un traguardo, ma come sappiamo la natura ogni tanto si ribella e dà sfogo alla sua forza distruttiva, motivo per il quale il giocatore deve anche difendere la tribù da calamità naturali, quali enormi tsunami o eruzioni vulcaniche! In questi casi parte subito il countdown, sintomo che il peggio è imminente, e bisogna far sì che ci si rechi ad attivare un totem e sprigionare dei poteri speciali: dallo scudo anti-tsunami, al passaggio dello stato semi-solido dell’acqua od alla sua totale evaporazione dal territorio alla possibilità di raccogliere enormi quantitativi di materia.
Il titolo offre anche delle quest secondarie, come ad esempio ricoprire di verde quante più aree possibili o attivare particolari artefatti per sbloccare informazioni inerenti alla storia della tribu’. Inoltre è possibile competere con la natura nella modalità sfida, dove ad attendere il player saranno 30 mappe con enigmi a tempo dalla modesta difficoltà.
La fisica dei fluidi di From Dust è qualcosa di sublime, gli sviluppatori sono riusciti a creare dei veri e propri paradisi terrestri. Tutto appare ben curato, la fine sabbia bianca, l’acqua cristallina e la vegetazione che man mano si espande con la colonizzazione del territorio da parte della tribù. Anche quest’ultimi, dotati di una propria lingua, si muovono e compiono gesti e riti autonomamente, scuri di carnagione ed ornati di strane maschere bianche. Non neghiamo la sensazione di impotenza che si prova all’arrivo del primo tsunami, quando la telecamera è fissa su un indigeno che a passo svelto cerca di portare nel villaggio il potere appena raccolto…ma è troppo tardi, oltre gli alberi fà capolino un vero e proprio muro d’acqua che distrugge tutto e tutti con stupore dello spettatore impotente per cotanta bellezza e distruzione. Inoltre, all’eleganza artistica si aggiungono i canti della tribù, le richieste di aiuto, e tutti i suoni della natura incontaminata in un miscuglio audiovisivo di puro effetto.
Siamo rimasti piuttosto affascinati da From Dust, un genere, quello dei God Games, che purtroppo viene proposto di rado su console. Non vi sono limiti nel completare i capitoli della storyline, creare montagnole di sabbia, deviare o prosciugare fiumi per vedere come reagisce il mondo circostante stuzzica la fantasia anche del giocatore più pignolo. Divertimento che può superare le 8 ore considerando anche la modalità sfida... Riuscirai ad aiutare la tribù e contrastare la forza della natura?
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