Speciale a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 28/09/2025
Ok, adesso che mi sono ripreso dall’ultimo trailer di OD di Hideo Kojima posso finalmente parlarvene nel modo che mi piace di più: seguendo le supposizioni dei giocatori che, a mio avviso, si avvicinano di più a qualcosa di plausibile.
Perché, come vi ho già scritto nel precedente articolo dedicato proprio a questo nuovo horror, è lo stesso Kojima a volerci stuzzicare lanciandoci addosso il suo criptico amo. Dunque non potevo certo scansarmela nemmeno questa volta e, prima di indossare il mio cappellino di carta stagnola da complottista ed elencarvi teorie strampalate, vi invito a osservare con attenzione l’ultimo filmato di OD.
Partirò in quinta marcia dicendovi subito che OD presenta delle analogie non soltanto con il "teaser giocabile" (P.T.) del 2014 creato da Kojima, che ricordo essere stato d’esempio per molti altri sviluppatori di titoli horror negli anni successivi, ma contiene anche elementi che richiamano direttamente la serie Silent Hill, in particolare il quarto capitolo, The Room.
Ed è proprio l'immagine di una particolare porta rossa a dominare la primissima scena del trailer, dalla quale qualcuno (o qualcosa) fa passare una carta da una fessura. Sì, esattamente come gli strani messaggi che riceveva Henry Townshend sotto la porta chiusa a chiave del suo appartamento.
Osservate bene i nove pannelli disposti in una griglia tre per tre di quell’imponente ingresso: ricordano in parte il simbolo stampato sulla copertina giapponese di Silent Hill 2, nonché l’ultimo punto di salvataggio della storia di quel capitolo.
Ognuno di quei pannelli potrebbe riferirsi a uno specifico episodio/capitolo/rituale di OD, e il primo, chiamato Knock, si collega proprio alla paura di Kojima per il forte rumore provocato da un bussare violento. Sappiamo che negli ultimi anni Kojima si è circondato di numerosi attori e registi, e Jordan Peele sarà certamente coinvolto in un altro episodio; resta da capire chi dirigerà i restanti sette.
Il pannello superiore della porta rossa, priva di maniglia e con apertura verso l’interno (come suggerisce la posizione delle cerniere), potrebbe celare al suo interno la chiave per oltrepassarla una volta completati tutti gli episodi o rituali.
Un altro punto interessante viene illustrato da un utente di Reddit, il quale afferma che potrebbe trattarsi della "stanza cinese”, un famoso esperimento mentale di John Searle.
"Nell'esperimento mentale, Searle immagina una persona che non capisce il cinese isolata in una stanza con un libro contenente istruzioni dettagliate per manipolare i simboli cinesi. Quando un testo cinese viene passato nella stanza, la persona segue le istruzioni del libro per produrre simboli cinesi che, per i madrelingua cinesi fuori dalla stanza, sembrano essere risposte appropriate. Secondo Searle, la persona sta solo seguendo regole sintattiche senza comprensione semantica, e né l'umano né la stanza nel suo complesso capiscono il cinese. Egli sostiene che quando i computer eseguono programmi, stanno allo stesso modo solo applicando regole sintattiche senza alcuna reale comprensione o pensiero."
Quindi l’individuo sconosciuto che infila le carte sotto la porta non sembra riprodurre l’esperimento nella sua forma originaria, ma l’atto stesso richiama abbastanza da vicino quelle dinamiche da suggerire un’altra interpretazione: il protagonista potrebbe non essere libero nelle sue azioni, bensì sottoposto a una sorta di prova. Più che un gesto casuale, il passaggio delle carte assume così i contorni di un meccanismo di controllo, un modo sottile per indirizzarlo verso comportamenti rituali, quasi fosse spinto o manipolato a seguire uno schema prestabilito.
Nei frame successivi del trailer compare un testo su fondo nero con alcune parole censurate. Non è passato molto tempo prima che qualcuno riuscisse a individuare lo stesso font e rivelare ciò che era stato oscurato.
La sorpresa sta soprattutto nel modo in cui questo testo ci viene presentato: apparentemente lineare ad una prima lettura, ma con il primo e il terzo paragrafo che sembrano riferirsi alla nostra realtà, mentre il secondo e il quarto rimandano invece agli eventi del gioco. Avremo davvero a che fare con elementi capaci di rompere la quarta parete, come Kojima ha sempre desiderato?
Ve lo traduco e metto in ordine:
“Dieci anni dopo il leggendario gioco horror, P.T.
Questo edificio è stato ricreato da una scansione 3D di una clinica abbandonata in un villaggio isolato.
I sopravvissuti maledetti si sono avventurati ancora una volta nel proibito (o innominabile?).
E poi, sono rimasti intrappolati in un rituale sinistro.”
Prima di parlare dei “sopravvissuti” appena citati, soffermiamoci a osservare la stanza: cupa per via della pioggia che si intravede dalle finestre, con due poltrone disposte in modo insolito, il pavimento in legno a spina di pesce, un piccolo altarino con delle candele e, se osservate attentamente, fotografie di occhi umani appese alle pareti. Persino il lampadario ricorda un bulbo oculare. Lo stile architettonico richiama quello prebellico (1900-1940) dell’Europa centrale, in particolare Germania e Austria.
No, non mi sono dimenticato di citare il disegno e il testo della carta fatta passare attraverso la porta, ho atteso questo momento per farvi concentrare su un dettaglio preciso. Contate il numero di occhi aperti raffigurati sulla carta in questione e poi le candele accese sull’altarino in fondo alla scala: sono sette.
Avrete sicuramente notato la protagonista, Sophia Lillis, prendere tra le mani una piccola confezione di fiammiferi sulla quale è raffigurato un aereo di linea con la scritta “missing”, proprio come si faceva nell’America degli anni ’80 sui cartoni del latte con le persone scomparse.
Ebbene, sembrerebbe che l’aereo in questione sia un Boeing 777-200ER che nel 2014, lo stesso anno dell’uscita di P.T., scomparve dai radar sopra il Mar Cinese Meridionale.
Da una ricerca che ho effettuato sul web, il numero sette nella Bibbia è frequentemente associato a completezza e perfezione, come si vede nei sette candelabri, nelle sette stelle e nei sette sigilli dell'Apocalisse, che indicano il compimento del piano divino. Il numero 777, ripetendo il simbolo della perfezione, è interpretato da alcune correnti cristiane come simbolo di completezza spirituale e del compimento della salvezza divina, rappresentando la perfezione di Dio e l'opera di redenzione completata, mentre in altre tradizioni è considerato un numero angelico che incoraggia a fidarsi del proprio destino e del presente.
I protagonisti di O.D. Knock sono i sopravvissuti di quel volo? Devono compiere un rituale particolare per fuggire da quell’incubo?
Il testo sulla carta rossa rimane ancora un’incognita, poiché due parole risultano offuscate e difficili da interpretare. Ciò che sappiamo è:
“Accendi le candele per celebrare il loro…”
Queste istruzioni sono seguite da un enigmatico simbolo, così come sono criptici i numeri sei, due e uno che compaiono dietro le figure in movimento nella piramide natalizia (una sorta di carosello della tradizione sassone) che Lillis accende.
Tuttavia, il rituale da completare potrebbe richiedere l’accensione corretta delle candele entro un certo limite di tempo, onde evitare che la presenza dietro la porta catturi (o uccida) la protagonista.
Stando a quanto vediamo e sentiamo nel trailer di OD Knock, quando Lillis accende le candele giuste si sentono soltanto due bussate alla porta; se illumina quelle sbagliate, le bussate diventano tre come avvertimento. Sbagliare ancora, cosa che accade, fa sì che le bussate diventino più frequenti e violente, fino a rivelare chi si trova dietro la porta.
Immaginando la stanza vista dall’alto, sopra la testa della protagonista, possiamo attribuire una posizione precisa alle immagini degli occhi. Quello più evidente si trova certamente dietro l’altare, un altro alla destra della porta posizionata alle spalle di Lillis, uno sulla parete a sinistra e, se non erro, sembra essercene uno anche sulla parete di destra.
L’occhio attaccato alla finestra, che si allarma all’arrivo della presenza maligna, parrebbe appartenere a Hunter Schafer, anch’essa nel cast di OD Knock, e quando l’inquadratura passa al viso terrorizzato di Lillis sembra quasi che stessimo guardando attraverso l’occhio della prima. Mi chiedo se noi o gli altri giocatori saremo semplici spettatori o qualcosa di più durante le sessioni di gioco; forse un’interazione asincrona, simile a quanto accade con le strutture e i vari Sam Porter Bridges in Death Stranding.
Ad ogni modo, la protagonista appare disarmata e, come accadeva nei corridoi della casa di Lisa in P.T., anche in questo nuovo progetto di Kojima chiunque voglia farci del male potrebbe interagire letteralmente con noi in modi mai visti prima in altri titoli dello stesso genere.
È interessante notare che, man mano che l’entità (vestita di rosso come la carta, ndr) si avvicina a Lillis, una sorta di contatore Geiger emette un suono sempre più forte, in modo simile a quanto avveniva in Silent Hill con il rumore statico della radio.
Una breve curiosità sulla relazione tra entità soprannaturali e radiazioni si trova nel cosiddetto “effetto dell’autostoppista”, legato allo Skinwalker Ranch nello Utah. Secondo i racconti, dopo essere stati al ranch, alcune persone (ricercatori, militari, membri del progetto NIDS e del programma governativo AATIP/BAASS) avrebbero riferito di aver sperimentato fenomeni inspiegabili anche nelle loro case, lontano dal luogo originario: luci misteriose, presenze, malfunzionamenti elettronici, visioni di creature. Alcuni testimoni avrebbero riportato ustioni, irritazioni cutanee e malesseri simili a quelli da esposizione a radiazioni, seppur non in dosi letali. E qui arriviamo a un altro punto: avete osservato bene le bruciature sul volto della protagonista? Sì, sono esattamente quello che pensate: volti! Più osservo quello che compare sul mento e più trovo una somiglianza con Udo Kier, che abbiamo già visto in azione nel primo trailer di OD.
Ribadisco ancora una volta che tutto ciò che avete letto fin qui va preso con leggerezza e non c’è nulla di ufficiale. Ci sono altri dettagli del trailer di OD Knock che non hanno ancora trovato una risposta e forse resteranno tali fino al rilascio del gioco.
Sono più che entusiasta di sapere che Kojima abbia voluto mantenere vivi alcuni elementi di P.T. trasferendoli in questo nuovo progetto, come ad esempio gli occhi che ci fissavano in uno dei tanti loop della casa di Lisa, il pianto di un neonato, i vermi che fuoriuscivano dagli oggetti e il mostro dai lunghi arti che avevamo visto anni fa nel trailer concettuale, qui.
OD potrebbe rivelarsi un nuovo punto di riferimento per il genere horror, qualcosa che, ne sono certo, riuscirà a terrorizzarci toccando le corde giuste: quelle del nostro subconscio. Ricordo ancora la paura che provai la prima volta che giocai a P.T. e il solo pensiero di avere tra le mani quest’opera completa, anche se sotto un altro nome, mi manda fuori di testa.
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