...

LIMBO

Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 21/07/2010

Esistono titoli che vanno ben oltre l’aspetto puramente ludico e Limbo, dei danesi Playdead, è uno di questi. Tecnicamente Limbo rientra nella categoria puzzle-platformer a scorrimento bidimensionale, dal punto di vista emotivo, invece, è un viaggio introspettivo in un mondo monocromatico. Al giocatore infatti non viene dato nessun suggerimento, nessuna nota da leggere o indicazioni particolari: da subito prende il controllo di un bambino risvegliatosi in uno scenario cupo dove i suoni ambientali e gli ostacoli fisici fanno da padroni.

La risoluzione dei puzzle avviene tramite l’interazione con i vari oggetti di scena; il problema è che essa non risulta sempre intuitiva e capita spesso di “rimetterci la pelle”. Per essere più precisi, il meccanismo che ci permette di imparare dai nostri errori è ben radicato in Limbo ed ovviamente può non essere apprezzato da tutti. Artisticamente ci si trova di fronte ad un titolo indie di forte impatto nonostante il deciso contrasto tra il nero ed il bianco e le sfumature di grigio date dagli effetti di illuminazione.

Il nostro alter-ego, così come tutte le altre creature che si incontrano nelle abbondanti quattro ore di gioco, non sono altro che silhouettes con lo scopo di rendere il viaggio del giocatore simile ad un sogno..oppure ad un incubo. Ci è impossibile esprimere un’opinione generalista su Limbo perché è un’esperienza che sembra toccare l’intimo del giocatore, lo mette alla prova ed allo stesso tempo lo affascina e lo turba. Vi consigliamo di scoprirlo con i vostri occhi.

Condividi su:

Potrebbero interessarti anche

Per assicurare una ottimale navigazione ed altri servizi offerti, questo sito è predisposto per consentire l'utilizzo di Cookies. Continuando si accettano i Cookies secondo l'informativa consultabile a questo link.