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METAL GEAR SOLID DELTA: SNAKE EATER

Recensione a cura di il 05/09/2025

Fa sempre un certo effetto pensare che siano passati ventuno anni (2004) da quando vidi per la prima volta i titoli di coda di Metal Gear Solid: Snake Eater su PS2.
Nella mia personalissima classifica questo terzo capitolo della più celebre saga di Hideo Kojima è sempre stato al secondo posto, subito dopo l’indiscussa pietra miliare per PS1.
Eppure, cronologicamente parlando, Metal Gear Solid: Snake Eater, anche per la sua storia autoconclusiva, andrebbe giocato per primo, e ho provato dei sentimenti contrastanti alla notizia che Konami e il team cinese Virtuos fossero al lavoro su un remake dal nome in codice “Delta”.
Non me ne vogliate: so bene che lo studio Virtuos ha già sulle spalle collaborazioni e supporto a titoli non di poco conto come The Outer Worlds, Halo Infinite, Until Dawn, Horizon Forbidden West e il recente The Elder Scrolls IV: Oblivion, ma la mia preoccupazione verte su un sentimento più intimo: il rifacimento di Metal Gear Solid: Snake Eater è rispettoso nei confronti dell’opera originale di Kojima?
La risposta è sì, forse anche troppo.
Metal Gear Solid Delta: Snake Eater spiana la strada ai giocatori neofiti verso uno dei migliori videogiochi d’avventura stealth del settore, proponendo loro una nuova veste grafica e una “modalità moderna” con visuale in terza persona libera e controlli aggiornati, similmente a quelli presenti nei titoli odierni dello stesso genere. I giocatori di vecchia data come me, invece, possono contare sulla “modalità classica”, che ripropone gli elementi del gioco originale per PS2: stessa visuale dall’alto, stesso schema di comandi e lo stesso filtro grafico giallognolo.

Nulla è stato modificato nella trama, che vede ancora una volta Naked Snake infiltrarsi in territorio sovietico durante la Guerra Fredda (1964) per salvare lo scienziato Nikolai Sokolov. La missione di Snake, come prevedibile, si complicherà con la scoperta di una potente arma di distruzione di massa e con il coinvolgimento di figure chiave che credeva fossero dalla sua parte.
Metal Gear Solid Delta: Snake Eater mantiene gli stessi elementi e, ahimè, anche le limitazioni che la versione originale aveva a causa dell’hardware su cui girava.
Un esempio sono le micro-aree che compongono la giungla sovietica: offrono ancora un’esperienza molto lineare, frammentata da caricamenti quando se ne raggiungono i confini.
Oltre a ciò, va segnalato che la modalità moderna può rendere gli scontri con l’IA (soprattutto contro i boss) molto più semplici grazie ai controlli più fluidi, alla possibilità di selezionare le mimetiche con un solo tasto del pad e, naturalmente, alla telecamera libera che si può posizionare a piacimento.
Questo aspetto non dev’essere visto necessariamente come un difetto: nel mio caso ha reso più piacevole l’esplorazione dei paesaggi, realizzati con l’Unreal Engine 5. Una scelta forse azzardata, vista la sua pesantezza, ma il risultato è ricco di dettagli e garantisce una grande credibilità. Le scene d’intermezzo, anch'esse fedeli alla versione originale, ora vantano nuovi effetti di luce e modelli 3D rinnovati per tutti i personaggi sullo schermo. Alcuni filmati, credetemi, non hanno nulla da invidiare a un film d’azione.
Dunque alla domanda che vi ho posto all’inizio dell’articolo va data una risposta un po' più completa, dettata più dai miei gusti personali che dalla mia esperienza videoludica.

Avrei infatti voluto vedere un azzardo in più in questo remake di Konami e Virtuos, esattamente come è accaduto con Silent Hill 2 affidato a Bloober Team, che apprezzai molto. Attenzione: non qualcosa che snaturasse l’essenza di Metal Gear Solid: Snake Eater, ma che la ampliasse, rendendola ancora più accessibile al nuovo pubblico e al tempo stesso una sorpresa per chi credeva di conoscere a fondo il titolo di Kojima.
Forse mi sbaglio, ma credo che sia proprio lui, Kojima, la chiave di questa totale fedeltà di Delta alla versione originale. Ho come il costante presentimento che Konami, nonostante i trascorsi, abbia comunque voluto tendere timidamente la mano al creatore della serie Metal Gear Solid, come a dirgli: “Hey, il tuo lavoro è rimasto intatto. Gli abbiamo solo dato un nuovo vestito.”
E in un certo senso questa cosa è davvero accaduta, quando i produttori del remake, Noriaki Okamura e Yuji Korekado, affermarono pubblicamente“Vorremmo che lo vedesse anche lui (Kojima)” dopo il famoso “No, non lo giocherò” dello stesso Hideo Kojima.
Tuttavia, Metal Gear Solid Delta: Snake Eater potrebbe essere solo il primo di una serie di remake dedicati a quell’universo di spionaggio fantapolitico. Non mi dispiacerebbe affatto vedere un riadattamento moderno anche del primo e del quarto capitolo.
Konami e lo studio Virtuos hanno reso omaggio a un titolo che sente inevitabilmente il peso del tempo nelle sue meccaniche, ma che riesce comunque a intrattenere egregiamente grazie a una scrittura e una regia immortali. Con Metal Gear Solid Delta: Snake Eater avrete la possibilità di assistere alla nascita di un eroe e di vivere una storia che, se vi rimarrà addosso, vi offrirà ore di contenuti aggiuntivi grazie alla sua alta rigiocabilità e ai numerosi collezionabili da sbloccare.
Il tutto, in attesa della modalità multiplayer “Fox Hunt”, non ancora implementata ma prevista per l’autunno 2025.
E, proprio per chiudere, uno spoiler-non-spoiler: in Snake Eater potrete salire una delle scale più celebri del mondo videoludico. Suvvia, il motivo lo scoprirete da soli!
“What a thrill… ♪ With darkness and silence… ♪”

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