Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 17/09/2009
Come ogni autunno, EA mette alla prova il nostro istinto da pilota automobilistico con un nuovo titolo della serie Need for Speed. Quest’anno però sembra voler cambiare rotta abbandonando il classico sistema arcade per sfiorare la punta della simulazione. Ci sarà riuscita? Scopriamolo! Per “cambio di rotta” intendiamo a partire proprio dal team di sviluppo di NFS: Shift. Dopo il flop di Black Box Studio con i precedenti capitoli della serie Need for Speed, EA è passata all’attacco ingaggiando i Slighty Mad Studios, noti per titoli simulativi come GTR2 e GT Legends. L’impostazione “casual” del titolo è stata sostituita da una più realistica: Le corse non si svolgono più su strade cittadine bensì sui circuiti ufficiali. Al nostro primo ingresso nella modalità carriera, veniamo subito testati in pista a bordo di una BMW elaborata. Finito il giro, non prima di aver preso confidenza con i controlli, una schermata ci mostra quali aiuti disattivare/attivare ed in caso settare la difficoltà di gioco a nostro piacimento. Successivamente ci spingiamo nei menù veri e propri della carriera dove, ordinatamente, le gare vengono suddivise per “fasce” e quindi per difficoltà. L’obiettivo è quello di puntare al Tour mondiale.
Il budget che inizialmente ci viene fornito, basta per acquistare una vettura di media potenza e per qualche piccolo upgrade. Sono le diverse tipologie di gara come: A cronometro, drift, classica su circuito e duelli tra piloti ad ingrossarci il portafoglio e rendere una stock car un vero e proprio bolide da pista. Per far ciò occorre tenere sempre sott’occhio il tuning shop, i pezzi sono suddivisi anch’essi in fasce, con tanto di parte aerodinamica ed una sezione per le migliorie varie. Prima di scendere in pista, è opportuno rendere noto il sistema di progressione della carriera del pilota. Con NFS Shift il giocatore può scegliere, mediante le sue azioni in pista, se appartenere alla categoria Precisione o Aggressività. Una entrata in curva pulita produce dei punti Precisione a nostro favore mentre sportellate, testacoda e derapate fanno di noi un pilota principalmente aggressivo. Ai fini del gioco in “solo” non importa stare da un lato o dall’altro, perché in entrambi i casi riceviamo comunque dei punti esperienza che fanno aumentare il nostro livello di fama. Ad ogni promozione, sblocchiamo nuovi eventi, pezzi, premi in denaro, vernici e quant’altro. Ai fini del gioco in multiplayer invece, è importante sapere chi è venuto a sfidarci. Proprio per questo i piloti delle due categorie ottengono una sorta di scudetto che varia a seconda del loro stile di guida, un’ottima idea per capire con chi abbiamo a che fare in pista. Tecnicamente, il gioco sfoggia i suoi artigli proprio quando si è a bordo delle quattro ruote. In un primo momento l’impronta simulativa del titolo spiazza, non si riesce a sincronizzare bene il tempo di frenata, si affrontano le curve in maniera errata finendo sull’erba o ci si scontra con gli avversarsi non appena rallentano. Tuttavia non serve molto tempo per prendere confidenza con i tracciati e le loro traiettorie, in caso contrario basta semplicemente attivare qualche aiuto in più. Alle volte, invece, è proprio necessario intervenire sul setup dell’auto così da regolarne le molle, l’altezza da terra, la sensibilità dello sterzo, il cambio etc.. L’IA dei concorrenti in gara è accettabile, non mollanno mai la presa ed arrivano a buttarvi fuoripista se ne è il caso.
Le oltre 60 auto disponibili ingame sono state riprodotte in modo certosino sia nell’aspetto interno che esterno. Ma è proprio la visuale dal cockpit che rende Shift adrenalinico ed avvincente. La telecamera oscilla e vibra esattamente come se ci trovassimo all’interno del casco del guidatore. Prendendo velocità la strumentazione di bordo si offusca lasciando nitida la visuale della strada che si estende davanti ai nostri occhi, mentre lo diventa del tutto quando abbiamo un violento incidente. I danni sono ricreati piuttosto bene ed è stato abbandonato quel filtro che rendeva i paesaggi di Undercover un continuo bagliore. I tracciati di Shift sono una delizia per gli occhi, tra questi Laguna Seca, Donington, Silverstone e SPA, soprattutto se a percorrerli sono degli appassionati di Motorsport. Unico neo è la visuale in terza persona, la macchina sembra slittare senza sosta costringendo il giocatore ad usufruire delle rimanenti inquadrature. Inoltre, raramente si assiste a diversi bug come l’inspiegabile cambio della vernice dell’auto o le pin-up che si incastrano dentro la nostra auto alla partenza.
Il comparto sonoro non delude affatto, il rombo dei motori che varia a secondo dell’upgrade montato, lo stridere delle gomme sull’asfalto, lo sfregare delle lamiere ed il pubblico che esulta è una combinazione senza ombra di dubbio vincente.
In conclusione, EA ha dimostrato di tenere ai propri fans rimediando agli errori del passato. NFS Shift è un titolo che va gustato a pieno in una postazione con volante e pedaliera, con uno schermo HD fisso sulla visuale interna dell’abitacolo. Chi è abituato ai vecchi titoli si troverà un po’ spaesato all’inizio proprio per la “svolta” sopra citata in questo articolo ma basterà una buona mezz’ora per amarlo. Scarseggiano di varietà le modalità multiplayer e viene a mancare, ancora, la personalizzazione totale dell’auto in nostro possesso. Una feature che fu tanto apprezzata ed alla quale ultimamente non hanno più dato “peso”. E’ verde, dai gas! Dai gas! Dai gas!
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