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RED DEAD REDEMPTION

Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 21/05/2010

Ogni volta che scriviamo di Rockstar Games, dobbiamo sempre attenderci una nuova pietra miliare, ricrederci se abbiamo anche poco dubitato di un suo titolo. Red Dead Redemption ha scatenato la classica “reazione da GTA” nei giocatori di tutto il mondo, ma questa volta non ci troviamo a Liberty City ma nel caro e vecchio West. Siete pronti per un viaggio nel passato? Seguiteci! La trama di RDR ruota intorno a quello che sarà il nostro beniamino per tutto il corso dell’avventura: John Marston, ex criminale “ingaggiato” dal governo americano per incastrare un vecchio amico diventato capo di una numerosa banda di criminali. La costrizione imposta a Marston diventa così una delle occasioni per riprendere le redini della propria vita, seguire la retta via e vivere felice con la propria amata famiglia.
Preso il pieno controllo del personaggio principale e mossi i primi passi all’interno di una fattoria, scopriamo la sensazionale cura nei dettagli resa dagli sviluppatori, nel ricreare fedelmente la vita in quel determinato contesto storico. Non serve compiere chissà quale azione. Basta semplicemente stare fermi in un punto per capire come ogni npc ha una propria vita, un proprio comportamento e di come le loro azioni quotidiane scorrono indipendentemente da noi. Nonostante questo titolo venga definito come un “GTA ambientato nel West”, le differenze con i precedenti titoli Rockstar sono più che palesi. Prima tra tutte è la scelta morale che il giocatore può intraprendere nel corso della storia, scegliere se agire da criminale o da benefattore porterà pregi/difetti con tanto di indicatore di fama/onore ad ogni gesto compiuto. Un'altra specialità è l’implementazione dell’inventario, Marston può portare con sé tutto il necessario per sopravvivere nei 72 km quadrati di mappa a disposizione. E’ praticamente impossibile non immergersi a pieno nella routine del west, ecco perché la maggior parte del tempo la si passa a caccia o a raccogliere piante, ad esplorare zone deserte a caccia di un tesoro od a catturare e domare cavalli selvaggi rendendoli i nostri futuri destrieri. Piena libertà da genere sandbox direte voi, ma credeteci quando vi diciamo che le parole non bastano per descrivere la bellissima sensazione che regala con il pad alla mano. Sparsi lungo la mappa troviamo numerosi villaggi, di varia grandezza, con all’interno svariate icone importanti. Diventare ricchi nel 1911 non è semplice, bisogna essere astuti e soprattutto avere voglia di fare. Per questo motivo alle volte è opportuno affidarsi alla vita notturna, là dove le città si svuotano mentre i saloon brulicano di vita tra vagabondi, uomini d’affari, fuorilegge e..il caro gioco d’azzardo! Non esiste località ove è impossibile giocare a "Blackjack" o a "Poker", per non parlare dei fantastici "Dadi Bugiardi" o "Cinque Dita" con coltello alla mano. Con un pò di fortuna, si può tirare su un bel gruzzoletto ed acquistare una nuova pistola dalla bottega, una mappa più dettagliata della zona circostante, un cavallo malandato o una medicina…al contrario dovremo risollevarci economicamente in modi meno affidati al fato. Infatti, se la notte diventa lussuriosa all’interno di certe strutture, al di fuori di queste c’è sempre qualcuno pronto a commettere reati di qualsivoglia natura. Da bravi cittadini possiamo farci pagare per una ronda, con tanto di cane ad indicarci i guai in arrivo, e tenere la cittadina/villaggio al sicuro da ladri, stupratori, rissosi, ubriachi. Come dicevamo, è proprio l’ambiente con la sua flora e la sua vasta fauna a fare da padrona in Red Dead Redemption. Se le opzioni di guadagno fino ad ora dette non sono di vostro gradimento si può sempre andare a caccia, scuoiare gli animali e venderne la pelle nei negozi…ma non sarà un’impresa così semplice, specie se si ha a che fare con lupi, cinghiali, puma ed addirittura orsi.

Le ore da dedicare all’esplorazione della mappa sono parecchie e spessissimo ci si trova di fronte alle situazioni più incredibili: quella che ci ha impressionati di più è stata la richiesta, da parte di una bella donzella messicana, di un passaggio alla città più vicina. Da bravi gentleman noi ci avviciniamo alla fanciulla con il nostro cavallo nell’intento di portarla fino a Chuparosa, ma questa invece di salire ci disarciona rubandoci il destriero e sbeffeggiandoci fino a scomparire all’orizzonte! Sono tantissime le sottomissioni nelle quali possiamo incappare, non sempre “sgradevoli” come quella appena citata, e la cosa più divertente è la casualità con la quale si presentano. Quando ci si rende conto, raramente, che il gioco ha anche una storia principale da portare avanti, troviamo un sistema simile a quello utilizzato nei GTA: ovvero le missioni sono indicate dalle iniziali dell’npc e basterà avvicinarsi a tale punto per avviarle. Anche i controlli non si discostano molto dalla famosa serie Rockstar, specie se parliamo del sistema di copertura o di mira automatica che possiamo rendere “libera” tramite un’impostazione del menù.
Del tutto originale è il Dead Eye, un sistema che permette di rallentare il tempo durante gli scontri a fuoco per evidenziare molteplici punti vitali dei nemici, il tutto per un risultato devastante. Questo sistema infatti riesce a salvare spesso il giocatore nelle fasi più caotiche e permettendogli di decimare più nemici in una sola azione. Anche il cavallo, ovviamente, vuole la sua parte in un gioco dove le prime auto non erano propriamente popolari. Questo è indispensabile per muoversi rapidamente da un posto all’altro ed essendo un essere vivente non va “stressato” oltre un certo limite: la sua resistenza è indicata da una barra accanto alla minimappa, scaricarla completamente farà imbizzarrire il cavallo che in men che non si dica rallenterà bruscamente l’andatura e ci disarcionerà. Idea grandiosa anche la possibilità di mantenere la stessa velocità di galoppo degli npc durante le missioni con la pressione fissa di un tasto del pad, rendendo tutto più scenico e permettendo al giocatore di leggere senza troppe distrazioni i dialoghi tra i personaggi.
Commettere crimini nel west non è difficile come può sembrare, gli uomini di legge inizieranno a cercarci ovunque per consegnarci alla giustizia ma non saranno gli unici: più è alta la taglia sulla nostra testa e più gente sarà interessata a riscuoterla, cacciatori di taglie compresi. Possiamo redimere la nostra taglia pagando gli agenti presenti al telegrafo o dar loro una lettera di grazia o..perché non mettere direttamente a tacere chi ci ha visto compiere la cattiva azione così da non allertare ulteriormente le guardie?
Sebbene il single player sia abbastanza longevo, escludendo le missioni principali, le sessioni a più giocatori online vi terranno compagnia a lungo. Tutto inizia con la modalità libera, ovvero l’intera mappa di gioco lasciata alla mercè di 16 giocatori contemporaneamente con l’opportunità di creare delle bande e scorazzare ovunque. Come i più recenti giochi online ci hanno abituato, anche in RDR è presente un "level up system" composto da 50 traguardi da raggiungere mediante sfide di caccia o modalità “classiche” quali “sparatorie tra bande” o “ruba il bottino”. Ogni livello sbloccherà nuove cavalcature, nuovi personaggi, titoli, armi da portare con sé nella modalità libera.

Graficamente, grazie al motore RAGE, ci troviamo di fronte a scenari ed ambientazioni senza eguali. Alle volte può capitare che ad una grande vastità della mappa di gioco corrisponda una mediocre realizzazione dei dettagli, ma questo non accade mai in RDR. Gli interni/esterni degli edifici rispecchiano magnificamente le etnie che li popolano ed il contesto storico del gioco, la natura selvaggia fuori dai centri abitati ha dell’incredibile. Canion, deserti, foreste innevate, torrenti brulicano di vita: potremmo sostare per un giorno reale in un punto fisso della mappa per vedere quanti animali ci corrono a fianco o pronosticare sulle future condizioni meteo. Il ciclo giorno/notte accompagnato da piogge, fulmini a cielo aperto, vento etc…è una delizia per gli occhi. Non riusciamo a dimenticare la perfetta graduazione di colore che ha assunto il cielo dopo un’ora di pioggia torrenziale, la prateria oscurata a chiazze e gli zoccoli del nostro cavallo affondati nelle pozzanghere ancora fresche. O ancora le cavalcate nelle zone messicane, il vento che soffia sulla strada sterrata color talco alzando frequenti polveroni e le classiche rose del deserto che rotolano senza meta. Anche il motore fisico Euphoria caratterizza in maniera realistica il mondo di RDR, i passi dei personaggi o le loro cadute a seguito di un impatto o di un conflitto a fuoco sono molto credibili.
Per ciò che concerne la colonna sonora ci aspettavamo di più, ma siamo comunque rimasti abbastanza soddisfatti dei pochi brani presenti nel gioco ed ancora di più degli effetti sonori generali quali: cavalli, animali selvaggi, armi, carrozze, pioggia, tuoni etc…
In conclusione, Red Dead Redemption non è classificabile come un semplice action/freeroam. Inimmaginabile la sensazione di relax, l’immersione che riesce a trasmettere al giocatore anche senza far nulla, semplicemente cavalcando verso il tramonto guardandosi intorno. Scenari e comportamenti imprevisti che rendono il mondo di gioco vario e vivo, dove vengono offerte numerose possibilità che ci possono portare onore, diffamazione, denaro. Una storyline caratterizzata da personaggi stravaganti, spassosi, patriottici che poco alla volta rivelano la storia passata di Marston e quella di un paese che pur avendo sceriffi non ha legge. Sellate il destriero, si parte.

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