...

THE PRECINCT

Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 27/05/2025

Non mi capita spesso di dover ricoprire i panni di un giovane poliziotto in un videogioco: ho sempre trovato più divertente stare dalla parte dei cattivi e vedere il mondo bruciare sotto il peso delle mie sconsiderate azioni. Sì, sono una bruttissima persona.
Sono però anche figlio degli anni ’80, cresciuto con serie tv come Miami Vice e classici come RoboCop, in cui ambientazioni e narrazione avevano un tono preciso. Non mi ero mai chiesto prima d’ora come sarebbe stato ripulire le strade dalla criminalità dilagante.
A farmi cambiare prospettiva ci ha pensato Fallen Tree Games, mettendomi nei panni di Nick Cordell Jr. in The Precinct, un novellino della polizia che cerca di seguire le orme del padre defunto, ex capo del dipartimento di Averno City, nel 1983.

Il primo impatto con The Precinct mi ha riportato alla mente i primi Grand Theft Auto per la visuale dall’alto, ma con un comparto audiovisivo moderno e una chiara enfasi sul rispetto delle procedure e sull’etica del lavoro della polizia; tutto ciò che nei titoli Rockstar era inesistente.
La storia di Cordell, per quanto interessante, manca però di una vera profondità emotiva. I personaggi appaiono poco caratterizzati e non sono riuscito a legarmi a nessuno di loro, nemmeno al protagonista, nonostante la motivazione personale che lo spinge a diventare agente.
È stato invece l’approccio realistico al ruolo del poliziotto a conquistarmi: seguire i protocolli imposti dalla centrale durante indagini, arresti, inseguimenti e scontri a fuoco, con penalità in caso di eccesso di forza o errori procedurali.
Un turno ad Averno City può iniziare con semplici multe alle auto in sosta (magari su un marciapiede o davanti a un idrante), ma viene quasi sempre sconvolto da emergenze impreviste: risse, rapine, sparatorie, vandalismi e chi più ne ha più ne metta. Il ritmo non è mai davvero tranquillo. Proprio come nella realtà, può accadere di tutto da un momento all’altro, e bisogna essere pronti a reagire.
Uno degli aspetti più divertenti del gioco è la sua componente randomica: ogni intervento è diverso. Possiamo fermare un sospetto, chiedergli le generalità, verificare eventuali precedenti, perquisirlo, sottoporlo all’alcol test, urlargli i suoi diritti nelle orecchie o, semplicemente, lasciarlo andare con una multa.
Non tutti reagiscono allo stesso modo; alcuni diventano violenti, altri scappano rubando la prima auto a portata di mano, lasciandoci a piedi e con la volante parcheggiata chissà dove.

Durante gli inseguimenti in auto - la mia parte preferita di The Precinct - possiamo chiamare rinforzi, stendere strisce chiodate, sparare dal finestrino, installare barricate o far individuare il sospetto da un elicottero. Ah, le auto si distruggono e possono esplodere. Non vorrete essere a bordo quando succede.
A fine turno, Nick riceve una valutazione sul suo operato, che si traduce in punti esperienza spendibili in rami di abilità utili per migliorare le sue prestazioni sul campo.
È stato divertente muoversi tra le strade trafficate di Averno City, in un ruolo che raramente avevo interpretato. L’estetica noir degli anni ’80, con neon, pioggia battente, ciclo giorno/notte e note jazz in sottofondo, mi ha fatto sentire più volte come un vecchio detective trascinato fuori dal peggior bar della città per un’ultima indagine.
The Precinct è un gioco d’azione immersivo, originale e sorprendentemente profondo nelle sue dinamiche da poliziesco. Certo, a lungo andare può risultare un po’ ripetitivo, e qualche bug sull’IA rovina qua e là l’esperienza, ma Fallen Tree Games ha confezionato qualcosa di unico.
Chiacchiere e distintivo? Perché no.

Condividi su:

Potrebbero interessarti anche

Per assicurare una ottimale navigazione ed altri servizi offerti, questo sito è predisposto per consentire l'utilizzo di Cookies. Continuando si accettano i Cookies secondo l'informativa consultabile a questo link.