Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 14/03/2013
L’ultima fatica di Square Enix e Crystal Dynamics riporta molti di voi indietro nel tempo di ben 17 anni, quando una formosa eroina combatte senza scrupoli con le sue doppie pistole e risolve intriganti enigmi in giro per il mondo. Lara Croft è tornata, in una veste totalmente nuova. Imbarcata sulla nave Endurance insieme ai suoi colleghi archeologi, Lara intraprende la sua prima grande avventura alla ricerca della defunta regina Himiko in una misteriosa isola dell’arcipelago giapponese. I guai però iniziano ad un passo dalla meta, quando un violento nubifragio si abbatte sull’imbarcazione disperdendo i suoi occupanti e la nostra avventuriera, che riesce a salvarsi per il rotto della cuffia. Ripresi i sensi, Lara si accorge presto che l’isola è dimora di particolari riti e di una pseudo - setta, nonché di numerosi relitti di aerei e navi. Il suo compito non consisterà soltanto nell’indagare su tutto ciò, ma anche nel sopravvivere e combattere alla ricerca di altri sopravvissuti.
L’avventura della giovane archeologa è minata costantemente da momenti di alta tensione che, tramite un filo invisibile, collega fasi esplorative, combattimenti e storyline in maniera infallibile. Nonostante la partenza piuttosto lineare, atta a far comprendere le meccaniche del gameplay al giocatore, Tomb Raider si presenta come un titolo discretamente aperto variegato da elementi platform ed enigmi da risolvere. Le indiscutibili abilità atletiche di Lara possono venire meno senza il supporto di una valida attrezzatura: arco, piccozza, pistola e fucili diventano i suoi fedeli compagni di viaggio, senza i quali sarebbe impossibile accedere alle aree di gioco più nascoste. Inizialmente, infatti, alcune aree di gioco risultano inaccessibili ed è proprio grazie alla scoperta di nuovi equipaggiamenti che abbiamo la possibilità di tornare indietro sui nostri passi per esplorarli grazie anche ai “Campi Base”. Quest’ultimi, veri e propri punti di salvataggio, ci permettono di viaggiare rapidamente da una zona all’altra dell’isola e di migliorare l’attrezzatura di Lara e le sue abilità in Sopravvivenza, Combattimento e Caccia. Detto ciò, s’intuisce facilmente come ogni azione comporti il guadagno di punti esperienza da spendere poi in uno dei rami precedentemente citati per imparare nuove tecniche o migliorare quelle standard. L’equipaggiamento, invece, può essere modificato mediante la raccolta di materiali reperibili all’interno delle casse sparse lungo la mappa di gioco o frugando nei cadaveri dei nemici: tali miglioramenti rendono le armi stabili e più efficienti. Tra un’arrampicata a mani libere ed una con piccozza a tutto spiano, ci si trova spesso di fronte ad enigmi che non richiedono un uso smodato dell’ingegno e che sfruttano le proprietà fisiche degli oggetti interessati: per lo più dare fuoco a corde o qualsiasi altra cosa incendiabile, sfruttare contrappesi, e spintonare piattaforme. Nulla a che vedere insomma con gli enigmi cui la serie ci aveva abituati; addirittura è possibile attivare una modalità visiva chiamata “Istinto di Sopravvivenza”, tramite la quale è possibile evidenziare i punti su cui interagire. Per chi abbia provato la serie Uncharted su PS3, noterà senza ombra di dubbio lo zampino di Crystal Dynamics per quanto concerne le animazioni dei personaggi di gioco. Durante i combattimenti, ad esempio, dimenticatevi di premere un apposito pulsante del pad per coprirvi tramite una sporgenza: Lara si muove nell’ambiente circostante con la massima circospezione, si rannicchia per non farsi scoprire, si appoggia alle pareti per darsi sostegno con una fluidità molto convincente. I nemici invece non stanno fermi neanche un momento e cercano di aggirarci per colpirci a distanza ravvicinata o si riparano anch’essi ove dotati di armi a lungo raggio.
Il comparto multiplayer pecca di originalità: è presente una scelta ormai standardizzata dei personaggi, delle classi per cimentarsi poi in “deathmach a squadre”, “free for all”, “rescue” ovvero cattura bandiera e “cry for help” alias attacco e difesa. Come accennato ad inizio articolo, la nuova Lara è piuttosto cambiata fisicamente ma soprattutto dà la sensazione di essere viva, in grado di suscitare emozioni e rivelare il diavolo che è in lei nelle situazioni più difficili. Ottima la realizzazione delle aree di gioco, ben connesse tra loro, variegate e con diversi segreti da scoprire. Vi capiterà spesso di fermarvi un attimo per osservare il panorama permeato da credibili giochi di luce. Altamente spettacolari le fasi in cui è richiesta la nostra tempestività nella pressione dei tasti, aeri che cadono dal cielo, crepe che si formano sulla roccia, ponti e costruzioni che crollano sotto esplosioni ed effetti particellari ben riusciti. Credibile il parlato dei personaggi durante i filmati d’intermezzo con la possibilità di attivare i sottotitoli. In conclusione, questo nuovo Tomb Raider può essere riassunto in tre parole chiare: relativamente semplice nelle sue meccaniche, spettacolare sotto il profilo grafico e della regia, suggestivo per via delle numerose location da visitare e oggetti da scoprire. Non avrete un attimo di tregua, l’avventura è disseminata di momenti di forte tensione e vi affezionerete alla giovane ventunenne durante le sue imprese; un pò meno ai restanti personaggi che a nostro dire sono leggermente sottotono. Siamo rimasti affascinati da questa nuova avventura e, non c’è ombra di dubbio, capiterà anche a voi.
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