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TWO WORLDS 2

Recensione a cura di Claudio 'Dogghy' Favorito il 12/11/2012

Tre anni fa giungeva sulle nostre console il primo Two Worlds, RPG sviluppato dai ragazzi polacchi di Reality Pump, criticato duramente dall’utenza e dalle recensioni di tutto il mondo per le forti lacune sotto ogni suo aspetto. Adesso, con l’arrivo del secondo capitolo, questi sviluppatori volenterosi vogliono mettersi nuovamente in mostra: saranno riusciti a migliorarsi? Non vi resta altro che continuare a leggere! Le vicende di Two Worlds 2 riprendono da dove le avevamo lasciate: una cut-scene ci mostra una battaglia epica nelle terre di Antaloor, la popolazione degli orchi viene quasi del tutto trapassata ed il signore del male, Gandohar, riesce a catturare il nostro eroe e sua sorella Kyra con l’intento di estrarre, da quest’ultima,  un enorme potere maligno ed utilizzarlo per dominare l’intero mondo. Ad un passo dalla riuscita, un gruppo di orchi riesce a liberare i due fratelli ed a mostrargli la via di fuga dalle segrete del castello nelle quali erano prigionieri. Da questo punto in poi inizia l’avventura del giocatore basata sull’esplorazione e tante, tantissime quest.
Two World 2 rientra nei titoli “Open World”, ovvero dove il giocatore è libero di girovagare e di risolvere gli incarichi in modo non lineare. Questa libertà però manca di un aspetto tutt’oggi divenuto quasi fondamentale in un gioco di ruolo, le nostre scelte/risposte/azioni non pregiudicheranno in nessun modo la progressione della trama né tanto meno l’opinione degli npc che popolano le terre di Antaloor.
Inizialmente la curva di apprendimento dei controlli è piuttosto lenta, non perché questi siano difficili da ricordare ma per via della loro disposizione poco adatta ad un pad. La corsa e la parata, ad esempio, si trovano sul medesimo tasto così come il salto, l’azione e l’attacco evasivo: ciò rischia inevitabilmente di creare confusione nei momenti meno opportuni, ovviamente i combattimenti.

Sotto il profilo della personalizzazione del personaggio invece, troviamo un sistema di distribuzione dei punti piuttosto valido e di facile gestione. Possiamo far specializzare il nostro eroe in diverse classi, anche due contemporaneamente, aumentando le quattro stats principali: forza, salute, volontà, precisione. Alle dipendenze di questi attributi si trovano altrettante abilità, passive ed attive, che marcano ancora di più la professione del giocatore. Aumentando la precisione e le rispettive abilità/skill, diventeremo dei micidiali arcieri; se invece punteremo sulla volontà, la magia sarà il nostro pane quotidiano.
Efficace anche il sistema di crafting, alchimia e preparazione degli incantesimi. Ogni arma e/o equipaggiamento può essere migliorato tramite la combinazione di materiali come il ferro, l’acciaio, il legno, etc. Oltre ad alzare le statistiche dei nostri item possiamo anche colorarli o incantarli con delle pietre oppure, se necessario, distruggerli e ricavarne ulteriori materiali preziosi. Sebbene il procedimento materiale dell’alchimia sia simile a quello del crafting, bisogna infatti mescolare più item per ricavare pozioni di vario genere, la preparazione degli incantesimi permette al giocatore di sbizzarrirsi tramite un sistema chiamato DEMONS. Il Dynamic Enchantment, Magic & Necromancy System gestisce la creazione e l’uso degli incantesimi divisi secondo gli elementi primari quali fuoco, vento, aria , acqua: nel pratico è possibile realizzare magie personalizzate mediante l’uso di carte che ne determinano l’effetto, la durata ed il tipo.
Durante il nostro soggiorno ad Antaloor, sarà possibile racimolare qualche spicciolo grazie a minigiochi come il lancio dei dadi, improvvisando uno spettacolo con tanto di tamburello o flauto, approfittare della distrazione degli npc per derubarli. L’intelligenza dei nemici è piuttosto altalenante: può capitare che essi si incastrino nelle strutture della mappa, che non si accorgano della nostra presenza e che si facciano uccidere facilmente. Altre volte, invece, essi ci tendono imboscate, ci attaccano in gruppi numerosi o fuggono a riparo per cambiare arma e tornare alla carica…strani misteri!

Nel comparto multiplayer, la modalità “Caccia ai Cristalli” lascia il tempo che trova, dove vince la squadra che cattura più pietre preziose, mentre è discretamente bilanciata la modalità Player vs Player a patto che i giocatori siano dello stesso livello ed abili a non impacciarsi con i controlli del pad. Originale la modalità “Villaggio” che mette a disposizione del giocatore un’intera mappa da edificare: dovrà gestire le risorse ed il contento del popolo e sventare le minacce che di tanto in tanto si presentano alle sue porte, mescolando azione a gestione allo stesso tempo. Suddivisa in sette capitoli la modalità “Avventura” si presenta con location piuttosto variegate e stracolma di nemici da fronteggiare insieme ad amici in carne ed ossa, peccato per la linearità delle quest proposte che, una volta portate a termine, non offrono nulla di nuovo.
Two Worlds 2 è sinonimo di quantità e lo si nota dal suo vasto territorio, esplorabile a piedi, a cavallo ed addirittura in barca!
Come abbiamo imparato fino ad oggi però questo sinonimo spesso va a discapito della qualità e questo titolo non fa sconti in merito. Le animazioni degli npc e del protagonista stesso lasciano davvero a desiderare, mentre la tipologia di alcuni nemici, una fra tutti i "mini t-rex",  ci ha fatto capire quanto questo titolo manchi di un livello artistico ad-hoc. Fortunatamente gli scenari proposti dagli sviluppatori sono una vera delizia per gli occhi: spiagge, savane, boschi e città giocano con effetti di luce credibili ed ombre dinamiche che vengono alternate da un ciclo giorno/notte, esenti però da effetti atmosferici di qualsiasi tipo.
Il sonoro rispetta i canoni del genere con tracce gradevoli che accompagnano bene le fasi calme dell’avventura. Ottimo il doppiaggio in lingua inglese che lascia spazio alla sufficiente traduzione in italiano dei sottotitoli.
Two Worlds 2 è riuscito sicuramente a migliorarsi rispetto al primo capitolo, il “ringiovanimento” del motore grafico lo ha letteralmente stravolto anche se ancora una volta presenta animazioni e scelte artistiche piuttosto obsolete. L’enorme territorio di gioco va di pari passo con la longevità del titolo, circa venti ore senza contare le sub-quest per completare la storyline, e se contiamo anche il multiplayer non è difficile arrivare anche a trenta/quaranta ore. Ci aspettavamo di più dalla modalità online, le idee presenti sono valide ma poco ben articolate e rischiano di essere accantonate una volta completate. Un titolo valido che, a denti un po’ stretti, riesce a fronteggiare produzioni recenti dello stesso genere. Non esitate, Antaloor vi aspetta!

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